TRICHIANA - Fumata nera. Nessun accordo sul tavolo del Mise. Per Ideal Standard continua l'attesa. Neanche il vertice di ieri a Roma, al Ministero Sviluppo Economico, è...
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I NODI
Il precedente al Mise era datato 27 aprile, quando sul tavolo era tornata prepotentemente la richiesta di un piano industriale preciso e puntuale, soprattutto dopo il completamento degli investimenti da 9 milioni di euro nel sito di Trichiana, finanziati per due terzi dal sacrificio in busta paga chiesto ai lavoratori. Solo che il piano 2018-2020 proposto dall'azienda rimane pieno di dubbi e incognite. Tra l'altro, non è quel piano a lungo raggio che ci si aspetterebbe per una fabbrica che ha appena dato il benvenuto al nuovo forno. «I problemi principali sono il mancato ricambio generazionale - sottolinea Denise Casanova -. Noi chiediamo la stabilizzazione dei ragazzi che oggi hanno contratti a termine. Si tratterebbe di una mossa fondamentale per assicurare un futuro allo stabilimento». A quanto pare, però, l'azienda non cede. Come non cede sulla questione dei volumi: nonostante la presenza del nuovo forno, che consente performance elevate, il piano 2018-2020 punta a una produzione ridotta. E poi c'è la questione degli esuberi e dell'apertura della cassa straordinaria. Tutti nodi riversati sul tavolo del Mise, senza grandi risultati.
IL CALENDARIO
«Le parti sono ancora distanti, ma non abbiamo rotto - dice Casanova -. Ci ritroviamo tra qualche giorno». Il nuovo incontro al Ministero sarà il 20 giugno. Cosa succede da qui al 20? «Non lo sappiamo ancora» dicono i sindacati. Ma lo sciopero potrebbe essere dietro l'angolo. Un altro sciopero, dopo le quattro ore di braccia incrociate andate in scena mercoledì. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino