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VENEZIA - Gabriele Bibop Gresta è il co-fondatore di Hyperloop Tt e il ceo di Hyperloop Italia. «Dopo dodici anni in California, non avrei mai immaginato di ritornare nel mio Paese, se non fosse stato per Luca Zaia. Il governatore mi ha detto: Tu costruirai Hyperloop in Italia. Gli ho riso in faccia... Invece eccomi qua, a capo di un consorzio che punta ad aggiudicarsi il bando del Veneto». L'ex deejay lo racconta per la prima volta alla platea dello Strategy Innovation Forum, in corso ieri e oggi al campus economico San Giobbe di Venezia su iniziativa di Ca' Foscari e Regione, dopo aver appena svelato nel libro Hyperloop (Bruno Editore) i retroscena del progetto di Cav, che conta di avere a giugno del 2023 il prototipo del treno supersonico per la tratta fra Mestre e Padova, implementabile fino a Verona.
L'APPROCCIO
La notizia data dal Gazzettino alla vigilia di Natale campeggia sulle diapositive proiettate da Gresta durante la sessione inaugurale dell'evento «dedicato ai visionari: qui non si parla di innovazione, qui c'è gente che fa innovazione», sottolinea il professor Stefano Campostrini. Nel tirare le somme dell'anno, Zaia aveva infatti annunciato: «Saremo i primi in Italia con questa tecnologia, dopo che l'assessore Elisa De Berti è già andata negli Stati Uniti a visitare il cantiere». Nel suo volume, l'imprenditore cita la missiva del presidente, recapitata nel 2019 dalla sua vice: «Ci ha mandato in missione da te con un messaggio: lui è pronto a dare l'autorizzazione a utilizzare il corridoio relitto di fianco all'autostrada per costruire la prima linea Hyperloop al mondo».
LA GARA
L'accordo fra la Regione, il ministero delle Infrastrutture e la concessionaria Cav prevede di scegliere entro l'anno l'azienda che dovrà realizzare lo studio di fattibilità da 4 milioni, propedeutico alla certificazione del sistema Hyper Transfer per marzo del 2026. «Contiamo di avere qualcosa in mano per le Olimpiadi di Milano-Cortina», si lascia sfuggire il visionario Bibop, pur precisando che «noi siamo i proponenti, ma è una gara a cui concorriamo insieme ad altri». Le realtà invitate a partecipare sono 5, impegnate in test analoghi nel globo: Dgw Hyperloop tra Delhi e Mumbai in India; Hardt Hyperloop a Veendam in Olanda; Zeleros in Spagna e in Arabia Saudita; Virgin Hyperloop a Las Vegas negli Usa; Hyperloop Tt attorno ai Grandi Laghi degli Stati Uniti e a Tolosa in Francia. Hyperloop Italia è appunto l'emanazione di quest'ultimo colosso e sta aggregando ditte venete attorno al progetto. «Primarie imprese su cui non posso ancora dire di più sottolinea Gresta ma con le quali contiamo di riuscire a industrializzare la filiera in Italia».
LA TECNOLOGIA
Applicando un innovativo modello di crowdsourcing, la sua società ha raccolto le idee di professionisti e appassionati per mettere a punto una tecnologia futuristica. All'interno di un tubo, le capsule appositamente pressurizzate viaggiano fino a 1.223 chilometri orari, consentendo il trasporto di persone e merci. La propulsione viene generata da una spinta originata prima da un motore lineare e poi dalla levitazione magnetica, producendo il 30% in più dell'energia consumata. «Ero molto scettico sull'Italia ammette Gresta però le caratteristiche del territorio e la disponibilità all'innovazione mi fanno ben sperare. Siamo un popolo molto strano: sembriamo sempre ultimi e poi facciamo quello che gli americani chiamano leapfrog (salto della cavallina, ndr.), diventando improvvisamente i numeri uno».
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Il Gazzettino