Pozzo del condominio sigillato ma la società fa pagare lo stesso l'acqua per 20 anni: la sentenza del giudice

Hydrogea ha annunciato che impugnerà la sentenza, presentando ricorso.

Pozzo artesiano sigillato, Hydrogea finisce in tribunale
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PORDENONE - Condominio Mirella uno, Hydrogea zero. Si è infatti conclusa con una sentenza a favore dei residenti in una palazzina di viale Grigoletti la vicenda giudiziaria nata dopo che uno dei condomini si è accorto che erano state addebitate arbitrariamente - questa la tesi dell'avvocato Francesco Furlan accolta dal giudice di pace Alessio D'Andrea - per vent'anni da Hydrogea al condominio, senza mai fare una lettura effettiva del contatore. Una cifra non particolarmente impegnativa, visto che si dipana in un arco temporale di due decenni, ma che comunque secondo gli inquilini era stata addebitata senza motivo reale: 2.557 euro. Somma che il giudice ha condannato Hydrogea a restituire ai condomini, oltre al pagamento delle spese processuali. Hydrogea ha annunciato che impugnerà la sentenza, presentando ricorso.


LA STORIA
La vicenda finita in tribunale nasce quando nel settembre 2018 una inquilina si accorge che le fatture intestate al condominio erano riferite a due codici cliente distinti, pur intestati alla stessa utenza condominiale, e con le stesse vodi: fognatura e depurazione. La palazzina, però, è allacciata da molti anni alla rete dell'acquedotto e dalla stessa data è stato chiuso e sigillato il pozzo artesiano. Un fatto alquanto strano, al quale la donna cerca di venire a capo. Ricontrolla così tutte le fatture prima degli ultimi mesi, poi addirittura degli ultimi anni per scoprire che per venti anni erano state addebitate «arbitrariamente acl condominio». E durante quel lungo periodo nessun tecnico di Hydrogea aveva mai letto il contatore, quindi si trattava di consumi stimati, mai stati conguagliati.


DAL GIUDICE
L'inquilina si è quindi recata negli uffici di Hydrogea per segnalare l'errore e chiedere spiegazioni. E si è sentita rispondere che le fatture erano riferite al pozzo artesiano che, però, era stato chiuso vent'anni prima. «Hydrogea sosteneva che la colpa era dei condomini che non avevano avvisato della chiusura del pozzo - spiega l'avvocato Furlan -, ma la legge stabilisce che le compagnie di servizi (acqua, gas, elettricità) sono obbligate ad effettuare la lettura dei contatori almeno una volta l'anno, se non è lo stesso cliente a inviarle». E da qui la richiesta di «accertare l'indebita percezione da parte di Hydrogea di 2.557 euro e di risarcimeno danni».


LA SENTENZA


Il giudice di pace ha accertato l'indebita percezione di Hydrogea e ha condannato la società alla restituzione ai condomini di 2.557 euro. Somma maggiorata dagli interessi legali dalla data di ogni singolo pagamento. Hydrogea è stata inoltre condannata a pagare le spese legali degli inquilini. Una vicenda che potrebbe interessare altre piccole realtà, quelle dove non ci sono gli amministratori a controllare ogni singola spesa.
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Il Gazzettino