La denuncia di Assoutenti: «Rincari negli hotel veneziani fino al 25 per cento»

VENEZIA Pienone di turisti nonostante l'aumento dei prezzi delle camere degli hotel
VENEZIA Incrementi da record per le strutture ricettive della provincia veneziana. Secondo il dato diffuso da Assoutenti su base Istat, Venezia ha fatto segnare un +24,7 per...

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VENEZIA Incrementi da record per le strutture ricettive della provincia veneziana. Secondo il dato diffuso da Assoutenti su base Istat, Venezia ha fatto segnare un +24,7 per cento di aumento delle tariffe medie di hotel ed extraalberghiero. Il territorio si classifica così al terzo posto della speciale classifica, dietro a Roma e Genova, ma davanti a realtà come Milano, Firenze o Napoli (il fanalino di coda è invece Caltanissetta con -9,7 per cento). Ad ammonire il comparto del turismo è il presidente dell’associazione Furio Truzzi, che commenta così: «Rispetto allo scorso anno a Venezia le tariffe di hotel, alberghi, b&b, pensioni, ecc. sono salite del +24,7 per cento. Un rincaro che se da un lato risponde al positivo aumento delle presenze dei turisti stranieri in città, dall’altro rischia di determinare un effetto boomerang, allontanando i visitatori italiani e spingendo i cittadini verso altre località, come sta accadendo in questi giorni col record di turisti italiani in Albania». 


IL CONSIGLIO
Una polemica che si innesta nel concetto di “chi troppo vuole nulla stringe”, continua il presidente: «Albergatori ed esercenti non tirino troppo la corda, perché terminato il periodo estivo che porta visitatori dall’estero, le loro strutture con rincari a questo livello rischiano di rimanere deserte nei prossimi mesi». Sebbene sia difficile ipotizzare che una città come Venezia non richiami più turismo a causa dei prezzi troppo elevati, il concetto può esser valido per il resto del territorio. 


I RINCARI 


Non nasconde l’aumento dei prezzi il direttore dell’Ava - Associazione veneziana albergatori Claudio Scarpa, il quale da tempo spiega che il post covid ha portato a “extra guadagni” che in realtà si innestano in un contesto di investimenti perché tanti imprenditori stanno restaurando le strutture, generando a cascata lavoro nel settore per gli artigiani. Oltre a questo Scarpa chiarisce: «Abbiamo certamente assistito a un aumento dei prezzi rispetto alla fase pre pandemia: si tratta di un aumento medio di circa il 20 per cento in alta stagione, più basso in questi mesi estivi. Aumenti dovuti al sistema inflazionistico elevato e alla bolletta energetica che ha colpito moltissimo le imprese alberghiere di Venezia. Un esempio su tutti, il costo delle lavanderie che hanno legato i prezzi agli indici della borsa di Amsterdam. Un costo che incide notevolmente nel bilancio del nostro settore e che ha costretto gli alberghi ad adeguare i prezzi». L’analisi si sposta anche sulla provenienza dei turisti: «Tutto ciò però riguarda solo in maniera marginale i visitatori italiani. Le percentuali, infatti, per quanto riguarda la provenienza sono tornate molto vicine a quelle pre-pandemia e sono pochi gli italiani a venire in città. Le strutture di Venezia hanno il 90% di clientela straniera. Per Venezia poi, che non è una località balneare, l’estate è media stagione. In una città d’arte viviamo in particolare di grandi eventi e i mesi migliori sono quindi settembre e ottobre».
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Il Gazzettino