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ABANO/MONTEGROTTO - Tremila disdette nel giro di una settimana. Una media di diciotto rinunce ogni ora, giusto per rendere l’idea. C’è chi telefona, chi manda una mail e chi fa tutto tramite Booking, ma il succo è sempre lo stesso: «Ci dispiace, a causa della situazione non ce la sentiamo di venire». Spesso c’è anche una postilla: «Ci riserviamo di valutare e farci sentire nei prossimi giorni». Tra Abano e Montegrotto le prenotazioni continuano ad evaporare e la quarta ondata lascia ben poco spazio all’acqua termale. Lo dicono gli albergatori e lo confermano i numeri: per Natale le camere saranno piene al 45% e per Capodanno si salirà al 90%, ma prima della pandemia a Natale si registrava l’80% e per San Silvestro si sfiorava addirittura il tutto esaurito. La recrudescenza del virus continua invece a frenare il turismo: su dieci prenotazioni che arrivano, tre vengono poi cancellate.
LA CATEGORIA
Il bacino termale conta 85 alberghi con 10 mila camere e 18 mila posti: di questi, 15 hotel sono chiusi e apriranno solo per i giorni di Capodanno. Una situazione sicuramente migliore rispetto ad un anno fa quando l’Italia era zona rossa e quasi tutte le strutture erano chiuse, ma il paragone non offre certo una consolazione. «Purtroppo queste sono festività in tono minore - sospira Marco Gottardo, direttore di Federalberghi Terme Abano Montegrotto - Nel periodo estivo e autunnale avevamo raggiunto livelli di flussi turistici paragonabili al periodo pre-Covid ma da fine novembre in avanti siamo tornati a livelli decisamente sotto le aspettative».
I motivi sono tanti: «Vuoi perché sono peggiorate le condizioni sanitarie, vuoi perché entra in gioco un aspetto emotivo e di sensibilità personale che amplifica tutte le dinamiche, vuoi perché c’è stata l’introduzione di ulteriori misure contenimento.
I NUMERI
Mancano principalmente i turisti stranieri e i grandi gruppi. «Se fino a una settimana fa parlavamo di una domanda tiepida, adesso abbiamo a che fare con un 30% di disdette - sottolinea Gottardo - Tanti chiamano cautelativamente assicurando di valutare un’eventuale nuova prenotazione sotto data, ma non sarà così’ facile».
IL FUTURO
Per Capodanno le prenotazioni tengono, ma per l’Epifania è attesa una nuova flessione e poi il mese di gennaio sarà ancora peggio. «Siamo preoccupati, la curva della domanda scenderà ulteriormente e non abbiamo ancora risposte dalla legge di bilancio - sbuffa Gottardo - Mi riferisco a ammortizzatori sociali straordinari, moratorie e sospensioni delle cartelle esattoriali. Se non riusciremo ad avere ricavi sufficienti a sostenere i costi, ci sarà bisogno di avere questi sostegni. E servirà anche un intervento del governo per calmierare i costi delle utenze di acqua, luce e gas. Insomma, torneremo ai temi di sei mesi fa».
LA CITTÁ
In tutta la provincia si contano complessivamente 250 alberghi di cui 20 a Padova. Molti, soprattutto nella cintura urbana, per Natale saranno chiusi. E quelli che tengono aperto? «In generale la media di occupazione è per il 35% a Natale e per il 55% a Capodanno, mentre prima della pandemia eravamo tranquillamente al 60 e oltre il 90 - calcola Monica Soranzo, titolare dell’hotel Piroga di Selvazzano e presidente di Federalberghi Padova - Le cancellazioni sono un grande problema ma ci sono anche tante prenotazioni last-minute: il turn-over è sicuramente impegnativo. Purtroppo ci manca soprattutto la clientela internazionale che per Padova è sempre stata importante, penso in primis a Germania e Austria che purtroppo ci hanno abbandonato. Viviamo alla giornata e stiamo alla finestra sotto ogni punto di vista: aspettiamo le scelte dei turisti e le decisioni del governo».
Hanno passato un 2020 da incubo e un 2021 di luce e ombre, ma la fine dell’anno, per gli albergatori, è ancora una volta all’insegna della pazienza. «Sperando - sorride Monica Soranzo - che dopo la raffica di disdette arrivino tante prenotazioni dell’ultimo momento».
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Il Gazzettino