Hotel in vendita, investitori del mondo della finanza pronti a comprare i palazzi storici di Venezia

Hotel nel centro storico di Venezia
VENEZIA - In vendita, ma non in svendita. Il mercato degli immobili alberghieri di Venezia tiene bene da un punto di vista patrimoniale, mentre la gestione...

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VENEZIA - In vendita, ma non in svendita. Il mercato degli immobili alberghieri di Venezia tiene bene da un punto di vista patrimoniale, mentre la gestione dell'attività economica risente di due anni di pandemia e ora è minata dalla crisi internazionale legata alla guerra. I muri restano un asset importante, il principale. Tant'è che ora attirano investitori con molta liquidità e con attività diversificate: non solo fondi stranieri, ma anche imprenditori italiani, come la famiglia Bombassei per Palazzina G o Alessandro Gallo, fondatore del marchio Golden Goose, che ha aperto Ca' Da Mosto sul Canal Grande. O ancora (per andare oltre confine) il gruppo Lvmh di Bernard Arnault che ormai 4 anni fa ha acquisito il Belmond Cipriani alla Giudecca. Insomma, tramontata l'era degli alberghi comprati da albergatori, ora è tempo di finanza diversificata, anche perché fare soldi con la semplice gestione è sempre più difficile.


La mobilità delle compravendite c'è sempre stata, ma da qualche anno c'è un po' di movimento in più. Tuttavia gli acquirenti sono molto attenti. E chi deve vendere lo sa. A maggio 2021 il Bonvecchiati era passato per circa 100 milioni dai due proprietari Eligio Paties e Paolo Dal Puos al fondo internazionale Ece European Lodging Recovery Fund. Pochi giorni fa, come detto, Palazzina G è stata acquistata per 4.6 milioni dall'industriale Alberto Bombassei. In questo arco di mesi, altri hotel sono finiti sul mercato, a partire dal Savoia e Jolanda della famiglia Rado, in Riva degli Schiavoni.

IN VENDITA

Che attorno alla struttura ci sia movimento e interesse lo conferma anche il titolare, Lucio Rado. «In questo momento - spiega - stiamo valutando determinate offerte che ci sono come ce ne sono state in passato, soltanto adesso gli imprenditori interessati a investire sono molto più attenti. La nostra struttura - continua Rado - è un gioiello nell'offerta alberghiera veneziana e consideriamo normale che ci sia chi intenda investire. Tra chi si è fatto sentire nelle offerte per l'acquisizione dell'hotel ci sono stati italiani e stranieri, sia singoli albergatori che rappresentanti di catene di strutture ricettive».
Tra gli hotel in vendita ci sarebbero anche un 4 stelle in calle Larga XXII Marzo e un altro 4 stelle a San Lio. E trattative ci sono state anche per l'hotel Rio, il Paganelli e Ca' dei Conti.
Senza contare la vicenda del Danieli, con la notizia poi smentita dell'interessamento del gruppo Four Seasons di Bill Gates per la gestione (mentre l'immobile resta nel portafoglio della famiglia romana Statuto). O quella di Ca' Sagredo, la cui curatela fallimentare dovrebbe portare anche la gestione, come già la proprietà, al gruppo veronese Marseglia.

L'ANALISI

«Questi passaggi di mano - spiega Daniele Minotto, vicepresidente dell'Associazione veneziana albergatori - non sono svendite e questo è un segnale di tenuta del mercato immobiliare. Poi, ogni affare ha una sua storia, ma se vogliamo inquadrare il momento storico possiamo dire che la mancata proroga della moratoria sui mutui, scaduta il 31 dicembre, può incidere sulla decisione di vendere. Ci sono aziende che hanno avuto la richiesta di rientrare in 48 ore. Il tutto in una situazione incerta per quanto riguarda il mercato turistico, che comunque è in ripresa, ma che non dà modo di prevedere cosa succederà. Venezia continua ad essere appetibile dal punto di vista immobiliare, specie per chi può scommettere su un rilancio degli arrivi e delle presenze». (da.sca.- nic.mun.)
 

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Il Gazzettino