VENEZIA - «Ho spinto la pensione un po' più in là». Scherza Arrigo Cipriani, mentre annuncia che da settimana prossima «ma forse anche da...
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LA DISTANZA
E sì che solo il 12 maggio scorso quella pensione Cipriani la vedeva più che vicina: «Non riapro a Venezia, è impossibile» diceva, criticando le norme che imponevano quattro metri quadrati a testa per cliente. «Ci sarebbero state dieci persone - ammette adesso - La ragione era l'impossibilità di adattare l'Harry's alle prescrizioni. Con la distanza di un metro tra cliente e cliente invece adesso riusciamo a organizzarci e quindi riapriamo». Si parte con l'Harry's dolci, al via domenica. Poi lunedì sarà la volta del bar che ha legato il suo nome alla città. Sempre aperto anche durante l'ultima acqua granda del 12 novembre. Nel mentre, pian piano riapriranno anche gli altri locali Harry's nel mondo: al momento hanno la serranda alzata solo il locale di Hong Kong, mentre non hanno mai chiuso uno dei ristoranti di Los Angeles e uno a New York. Il resto, nella Grande Mela, è inaccessibili. In programma anche le riaperture dei ristoranti a Miami e Dubai.
Ma l'Harry's è Venezia e la sua ripartenza non può che segnare un punto in più per la città. «Venezia si merita un turismo di qualità, persone capaci di entrare in sinergia con lei e la sua storia. Con il suo artigianato. Può avere un vantaggio in tutto questo - continua Cipriani - Vedo che si sta pensando di dare i bed and breakfast agli studenti fuorisede: bene così. Se gli studenti non veneziani conoscono la vera realtà, non vanno più via facendola ripartire. Si sa, Venezia non è una città, ma una sensazione».
Nicola Munaro
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Il Gazzettino