Tuffi proibiti nella Grotta azzurra: si riprendono e mettono il video in rete

Tuffi proibiti nella Grotta azzurra: si riprendono e mettono il video in rete
BORGO VALBELLUNA - Una semplice svista o una vera e propria sfida ai divieti? Un bagno per trovare refrigerio dall’estate torrida o la scelta di dimostrare pubblicamente...

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BORGO VALBELLUNA - Una semplice svista o una vera e propria sfida ai divieti? Un bagno per trovare refrigerio dall’estate torrida o la scelta di dimostrare pubblicamente quanto facile sia violare le ordinanze e le imposizioni che non si condividono? Per ora è impossibile da dire.

A Mel di Borgo Valbelluna, alla Grotta Azzurra, il divieto di balneazione c’è dallo scorso anno eppure, non solo molti non lo rispettano ma, qualcuno addirittura arriva a pubblicare il video della gita proibita. Nulla di male se non fosse che in acqua non si può entrare e, quel che è peggio, nelle immagini si vede uno dei visitatori arrampicarsi nella parete a mani nude per tuffarsi. Un comportamento estremamente pericoloso.
 
ANDIAMO CON ORDINE
A agosto dello scorso anno il primo cittadino di Mel (lo stesso Stefano Cesa che guida il comune di Borgo Valbelluna di cui Mel ora fa parte) firma l’ordinanza che prevede multe tra i 25 euro e i 500 per chi viola le prescrizioni. Lo scopo dell’ordinanza è quello di vietare i comportamenti pericolosi più che quelli incivili o contrari al decoro.
La Grotta azzurra è del resto un vero gioiello ma ci si arriva dopo aver percorso a piedi un tratto non semplice. Le pareti rocciose, inoltre, potrebbero essere fragili: insomma nulla che (per quanto incantevole) assomigli a una piscina.
Dopo aver raccolto una serie di prescrizioni l’amministrazione aveva quindi deciso di dire basta ai pellegrinaggi in ciabattine e bikini.
QUESTIONE DI SICUREZZA
Senza tralasciare la necessità di salvaguardia dell’ambiente. Un provvedimento del tutto simile a quello adottato in queste ore dal primo cittadino di Cortina Gianpietro Ghedina che mette fine ai bagni in un laghetto del tutto simile alla Grotta azzurra: il Sorapis.
I cartelli con i divieti sono stati piazzati lo scorso anno. Assieme a un decalogo che vieta l’accesso ai minori non accompagnati, vietata il nuoto e percorrere il sentiero di accesso nelle ore notturne tra le 20 e le 6 di mattina (o con il temporale). Vietato creare situazioni di pericolo. Niente biciclette o altri mezzi. L’ordinanza pone anche alcuni obblighi, ma sarebbe meglio chiamarli norme di comportamento: si va dal consiglio di dotarsi di scarpe adatte all’escursione (sembra strano, ma ormai c’è gente che va in montagna in infradito), all’imposizione di evitare comportamenti rumorosi. 
IL VIDEO
Nella sequenza pubblicata in rete non è chiaro se i quattro giovani abbiano visto i cartelli con i divieti ma vengono ritratte le ritrosie ad entrare nell’acqua gelida e soprattutto viene mostrata la spavalderia di uno dei componenti che si arrampica sulle rocce prima di gettarsi nello specchio d’acqua. 

Un comportamento pericoloso in piscina, figurarsi in un luogo così delicato. Sequenze che inevitabilmente riaprono il tema del controllo di questi luoghi. Incontaminati, delicati e preziosi per il territorio ma al tempo stesso estremamente difficili da tutelare e preservare. Se non con l’impegno di tutti e il rispetto, prima che delle regole, del buonsenso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino