«Il green pass è una presa in giro. Ho un purificante certificato Nasa ma pochi spazi all'aperto: perderò»

Daniele Bovolato
PADOVA «Il green pass rappresenta un'ulteriore penalizzazione per i ristoranti al chiuso. Sono contro il controllo del certificato, non so nemmeno come fare con i...

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PADOVA «Il green pass rappresenta un'ulteriore penalizzazione per i ristoranti al chiuso. Sono contro il controllo del certificato, non so nemmeno come fare con i turisti». E' dura la reazione di Daniele Bovolato, titolare della Gourmetteria in via Zabarella a Padova, all'obbligo imposto dal governo. Il ristorante ha solo cinque tavoli all'aperto, gran parte del servizio viene offerto nei locali interni. 


Qual è la sua situazione? 
«Il 90% dei miei tavoli è all'interno, ne ho solo cinque all'esterno. L'attività non si può reggere sul plateatico, è impossibile e si andrebbe in perdita. Un po' come è già successo con il take away e delivery. Un conto è quando l'attività è in sinergia, altrimenti non ha senso e diventa solo una spesa tenere aperto».
Cosa intende? 
«Finora non c'è stata programmazione a livello centrale. Sin dall'inizio della pandemia i ristoratori sono finiti in mezzo ad una bufera, senza un minimo di pianificazione sensata. Prima c'è stata la chiusura, poi è arrivata la mazzata a maggio quando abbiamo deciso di aprire all'esterno. Abbiamo provato ad investire tenendo aperto il take away, ma non ne è valsa la pena». 
Nel frattempo, come vi siete organizzati? 
«Abbiamo provato a fare di tutto. Il ristorante è dotato di un condizionatore che garantisce un importante ricambio d'aria. Le condizioni interne sono paragonabili a quelle esterne. In più ora sto comprando un dispositivo ad alta tecnologia, un purificatore d'aria con brevetto Nasa che uccide il 90% dei germi». 
Il personale al lavoro si è vaccinato? 
«Sì, è stata un'iniziativa autonoma perché io non gli ho parlato. Lo hanno voluto fare per etica, perché sentono di avere una responsabilità nei confronti dei colleghi e della comunità. C'è un grande rispetto per la sicurezza del prossimo e per il lavoro. Abbiamo sempre fatto molta attenzione, infatti non siamo mai stati toccati dal Covid». 
Dal 6 agosto dovrete chiedere il green pass, siete pronti? 
«E' l'ennesima presa in giro, questa regola non ha nessuna finalità. Se il green pass fosse richiesto ovunque, anche per sedersi a tavola all'aperto, magari avrebbe più senso e porterebbe le persone a vaccinarsi maggiormente. Ma non è così. Chiedendolo solo ad alcuni, in questo caso ai ristoranti al chiuso, non sortirà alcun effetto. Non serve essere uno scienziato per capire che la gente si sposterà all'aperto a cena. Già ad agosto normalmente c'è bassa stagione perché tutti vanno in vacanza e si lavora il 50% in meno, se pure ci mettiamo il green pass non c'è speranza. Di certo una persona non va a vaccinarsi per andare a cena al chiuso. Chi non ha il plateatico, ha solo un danno. È sconfortante e disarmante». 
Prevede di perdere clienti? 

«Sì, alla fine verranno solo i vaccinati. Oltretutto non si capisce come controllare le persone, non abbiamo alcuna indicazione concreta. Come sempre non si pensa alla praticità. Come faccio a chiedere il green pass ad un turista? E se arriva una famiglia in cui i genitori sono vaccinati e i figli no?». 

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Il Gazzettino