ROVIGO - “Ridateci via Munerati. Metà via accontentata e gli altri?”. È stato il grido dei residenti della strada di Cantonazzo, che ieri sera hanno...
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VORAGINE
A settembre una profonda voragine in mezzo alla carreggiata di via Munerati ha fatto emergere una situazione molto: si è scoperto che le condotte idriche di Acquevenete sono danneggiate, l’acqua che ne fuoriesce ha eroso la sede stradale e lasciato un fino strato di asfalto senza alcun sostegno. Per questo l’assessore alla Viabilità Luigi Paulon, di concerto con il comandante dei vigili Tesoro, ha imposto una modifica alla circolazione: su metà carreggiata, delimitata da birilli e transenne, si svolgono gli interventi degli operai dell’acquedotto, sull’altra è consentita la circolazione solo in direzione Concadirame–Granzette–Rovigo. Questa modifica alla viabilità ha portato lo scompiglio, con i residenti lungo la strada costretti a rientrare a casa compiendo un percorso più lungo di circa 10 o 15 chilometri.
IL PORTAVOCE
Ennio Rossin, un residente, si è fatto portavoce della protesta: «Prima di venire qui in municipio, ho dovuto fare quella strada alternativa per cinque volte: siamo penalizzati dal senso unico, penso che l’assessore Saccardin lo sappia visto che lì ci abita. Ci troviamo di fronte a una situazione peggiore perché dobbiamo fare ogni giorno una strada distrutta, via Casalveghe, che è stata solo rappezzata. Oltretutto i tempi non sappiamo quali siano per il senso unico, dicono un anno, 10 mesi, un mese, non abbiamo idea dei tempi effettivi. Le auto percorrono contromano la strada, i vigili ci sono un’ora e mezza alla sera e poi non c’è più nessuno. Oltre ai problemi di nebbia e ghiaccio, questo diventa un macello per tutti. Chiediamo risposte».
Dopo una risposta molto tecnica di Saccardin, assessore ai Lavori Pubblici, l’argomento è stato chiuso dal presidente del Consiglio Paolo Avezzù: «Questo non è un consiglio monotematico, fate un incontro pubblico se volete continuare a parlarne». In seguito l’assessore alla Viabilità Paulon ha spiegato che «molte decisioni non dipendono solo da me, ma dai dirigenti: io posso anche essere d’accordo con voi, ma non posso andare contro le decisioni tecniche. E se succede qualcosa si rischia l’accusa di omicidio stradale e io non voglio». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino