La rivolta di via Munerati approda in Consiglio: grida e lenzuola di protesta

Mercoledì 19 Dicembre 2018 di Alberto Luchin
La rivolta di via Munerati approda in Consiglio: grida e lenzuola di protesta
ROVIGO - “Ridateci via Munerati. Metà via accontentata e gli altri?”. È stato il grido dei residenti della strada di Cantonazzo, che ieri sera hanno fatto una rispettosa irruzione in Consiglio comunale. I lavori del “parlamentino” di Palazzo Nodari sono rimasti a lungo concentrati sulla questione, agitando non poco gli animi dei circa 50 residenti che hanno chiesto di trovare nel più breve tempo una soluzione, almeno specificando una data verosimile per poter riaprire la strada in entrambi i sensi di marcia.  
VORAGINE
A settembre una profonda voragine in mezzo alla carreggiata di via Munerati ha fatto emergere una situazione molto: si è scoperto che le condotte idriche di Acquevenete sono danneggiate, l’acqua che ne fuoriesce ha eroso la sede stradale e lasciato un fino strato di asfalto senza alcun sostegno. Per questo l’assessore alla Viabilità Luigi Paulon, di concerto con il comandante dei vigili Tesoro, ha imposto una modifica alla circolazione: su metà carreggiata, delimitata da birilli e transenne, si svolgono gli interventi degli operai dell’acquedotto, sull’altra è consentita la circolazione solo in direzione Concadirame–Granzette–Rovigo. Questa modifica alla viabilità ha portato lo scompiglio, con i residenti lungo la strada costretti a rientrare a casa compiendo un percorso più lungo di circa 10 o 15 chilometri.
IL PORTAVOCE
Ennio Rossin, un residente, si è fatto portavoce della protesta: «Prima di venire qui in municipio, ho dovuto fare quella strada alternativa per cinque volte: siamo penalizzati dal senso unico, penso che l’assessore Saccardin lo sappia visto che lì ci abita. Ci troviamo di fronte a una situazione peggiore perché dobbiamo fare ogni giorno una strada distrutta, via Casalveghe, che è stata solo rappezzata. Oltretutto i tempi non sappiamo quali siano per il senso unico, dicono un anno, 10 mesi, un mese, non abbiamo idea dei tempi effettivi. Le auto percorrono contromano la strada, i vigili ci sono un’ora e mezza alla sera e poi non c’è più nessuno. Oltre ai problemi di nebbia e ghiaccio, questo diventa un macello per tutti. Chiediamo risposte».
Dopo una risposta molto tecnica di Saccardin, assessore ai Lavori Pubblici, l’argomento è stato chiuso dal presidente del Consiglio Paolo Avezzù: «Questo non è un consiglio monotematico, fate un incontro pubblico se volete continuare a parlarne». In seguito l’assessore alla Viabilità Paulon ha spiegato che «molte decisioni non dipendono solo da me, ma dai dirigenti: io posso anche essere d’accordo con voi, ma non posso andare contro le decisioni tecniche. E se succede qualcosa si rischia l’accusa di omicidio stradale e io non voglio».
Ultimo aggiornamento: 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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