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VENEZIA - Il futuro del turismo crocieristico lagunare potrà passare anche per Chioggia. Più che una scelta, per ora è un'ipotesi su cui il presidente-commissario dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale Fulvio Lino Di Blasio sta lavorando. Ad ora non c'è ancora alcuna certezza, ma nella testa del capo del porto veneziano è presente l'idea di un futuro strategico in grado di dare dignità alla realtà chioggiotta, che così potrebbe recuperare in parte quanto perso a Venezia.
NO ALLE GRANDI NAVI
Non si tratterà però di una soluzione che vedrà le grandi navi a Chioggia, dato che il tema non si pone, e su questo Di Blasio è stato netto: «Già a Venezia non ci possono venire le tecnicamente intese grandi navi, c'è il Mose, che già è una barriera, in quel caso vedremo che si può fare». Di Blasio, che solitamente è sibillino e molto prudente nelle dichiarazioni, ha però fatto capire che ora lo staff si metterà al lavoro per studiare al meglio la struttura di Chioggia, dando il via a quella che potrebbe essere una vera nuova svolta per l'attività portuale del contesto lagunare. Resta però molto da capire e molto da immaginare, per questo Di Blasio ha chiarito che le strategie non verranno comunicate prima della fine dell'anno.
STRATEGIE ENTRO L'ANNO
Un tempo necessario a elaborare il più possibile dati e scenari che consentano di comprendere cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro, ma anche nel medio periodo, data la carica di commissario straordinario per la realizzazione di approdi temporanei e interventi complementari per la salvaguardia di Venezia e della sua Laguna. «Daremo una risposta con il Piano strategico a metà dicembre, ora stiamo studiando tutto lo scibile umano sull'andamento dei traffici, sul mercato, sulle potenzialità, sulle banchine, questo è l'intendimento», ha esordito a margine della conferenza di presentazione dei Port Days 2021.
L'IPOTESI
Quindi il presidente è entrato nel dettaglio della proposta: «Su Chioggia stiamo cercando di capire l'idoneità delle infrastrutture che ci sono per accogliere navi da crociera, crociere fluviali e in generale per valorizzarla come destinazione a livello turistico e di traffico merci». Questo in un'ottica di contestualizzare l'area di Chioggia al centro di un progetto turistico a sé stante, che prescinda da Venezia: «Non solo uno spin-off, anche per come sta evolvendo il turismo, cioè più di esperienza, di autenticità, di modello italiano di vita quotidiana. Chioggia ha una sua dignità di destinazione turistica in sé e per sé». I problemi da sviscerare saranno però le possibilità reali di attrarre le navi, con studi tecnici: «A livello infrastrutturale stiamo vedendo se le banchine, se i fondali, se la manovra è adeguata per accogliere quali tipologie di navi. C'è da discutere poi anche sulla grandezza, perché grandi navi è un termine molto vago». Una volta compreso il contesto, ci dovrebbe essere la fase di sviluppo, sempre se realizzabile: «Ci sarà un'analisi infrastrutturale e poi bisognerà costruire tutto il lato terra, comprendere la capacità del sistema di accogliere - se c'è un futuro di destinazione - il traffico crocieristico».
A preoccupare sono però gli eventi come quello di ieri mattina, della nave in avaria, su cui Di Blasio ha fornito la sua lettura: «Ci siamo confrontati con l'autorità marittima che ha monitorato l'avaria, devo dire che da quello che ho visto, anche in confronto con altri sistemi portuali, tutto il sistema che va a regolare accesso, precedenze, distanze, ormeggio è molto rigoroso».
Il Gazzettino