Le mostre di Goldin a Treviso finiscono nel mirino della finanza. Militari in Comune

Marco Goldin
TREVISO - Finiscono nel mirino della Guardia di Finanza le mostre organizzate da Linea d'Ombra di Marco Goldin in collaborazione col comune di Treviso dal 2016 al 2018. Due...

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TREVISO - Finiscono nel mirino della Guardia di Finanza le mostre organizzate da Linea d'Ombra di Marco Goldin in collaborazione col comune di Treviso dal 2016 al 2018. Due settimane fa i finanzieri si sono presentati a Ca' Sugana, sede dell'amministrazione comunale trevigiana, per chiedere tutti gli atti relativi agli accordi firmati dall'amministrazione dell'ex sindaco Giovanni Manildo e il curatore. Hanno voluto le delibere, i contratti, ogni cosa. E nei quindici giorni successivi si sono succedute richieste di chiarimenti e integrazioni. Non hanno spiegato nel dettaglio il perché di tanta curiosità, se non che si trattava di verifiche dovute a un esposto arrivato nei mesi scorsi. I finanzieri hanno parlato prima con il segretario generale Lorenzo Traina, poi con Flavio Elia dirigente responsabile del personale e del settore finanziario. Hanno trovato massima collaborazione, tutto quello che hanno chiesto è stato dato. Ma la loro presenza qualche perplessità l'ha sollevata. 

 
VERIFICHEL'attenzione si è focalizzata quindi sulla grande mostra Storie dell'impressionismo allestita da fine ottobre 2016 al maggio 2017 e, soprattutto, su quella vista nei primi sei mesi del 2018 e dedicata al grande scultore francese Auguste Rodin. In questo caso l'interesse dei finanzieri è sembrato piuttosto accentuato, come hanno dimostrato le richieste fatte nei giorni successivi. In poche parole: il cuore dell'offerta culturale voluta dalla giunta Manildo è stata messa al setaccio. Tra le carte acquisite dalle Fiamme Gialle anche quelle con le condizioni a cui il museo di Santa Caterina è stata data a Linea d'Ombra, le autorizzazioni sui progetti. Insomma: tutto. 
I NUMERIEntrambe le mostre sono state dei grandi successi. Storie degli impressionisti, i grandi protagonisti da Monet a Renoir da Van Gogh a Gauguin, 140 opere esposte, alcune dei capolavori assoluti provenienti dai migliori musei del mondo, è rimasta a Santa Caterina per quasi otto mesi, dall'ottobre del 2016 al maggio 2017. È stata a lungo la più visitata in Italia e alla fine ha registrato 333mila visitatori. La mostra dedicata a Rodin, inaugurata a febbraio 2018, è stata un omaggio al grande artista francese: 50 sculture e 23 opere su carta esposte e 63mila biglietti staccati in cento giorni.

LE POLEMICHEIl ritorno di Goldin a Treviso nel 2016, dopo 15 anni di assenza, era stato salutato con grande soddisfazione da categorie economiche e una parte della maggioranza di centrosinistra e altrettanto fortemente criticato da una parte della stessa maggioranza dell'epoca. L'allora sindaco Giovanni Manildo voleva però chiudere un cerchio: dopo aver nuovamente spalancato le porte della città a Marco Paolini e Mario Brunello, banditi per aver apertamente criticato la gestione del teatro di Fondazione Cassamarca ancora alla fine degli anni Novanta, intendeva riportare a casa anche Goldin, pure lui mai più visto a Treviso dopo i successi del ciclo di mostre a Ca' dei Carraresi. Una parte del centrosinistra, al governo della città, però non aveva nascosto un certo mal di pancia per aver messo a totale disposizione di Goldin il museo di Santa Caterina. Ci furono polemiche dentro e fuori il consiglio comunale, compresa un'assemblea alla quale parteciparono vari esponenti della maggioranza, in cui la mostra di Goldin venne letteralmente fatta a pezzi. Volarono critiche talmente dure che il curatore, presente in sala, rinunciò anche al proposito di prendere parte al dibattito. Decise pure di rompere ogni accordo con la giunta. Poi il lavoro di mediazione di Manildo riuscì a ricomporre la frattura. Ma i dissapori dentro la maggioranza rimasero. E non è escluso che l'esposto alla Guardia di Finanza sia arrivato proprio di chi, sulla carta, doveva essere alleato del sindaco.
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Il Gazzettino