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TREVISO - Se n’è andato all’improvviso, chiudendo una pagina di storia della città. Ieri mattina si è spento all’età di 79 anni Giuseppe Guaraldo, ingegnere, professore universitario ma soprattutto guida per decenni di una delle maggiori imprese di costruzioni del Veneto e, per molti anni, d’Italia: la “Guaraldo”, fondata dal padre di Giuseppe, Pio, nel 1945. Dal dopoguerra in poi ha lasciato il segno un po’ ovunque. Ha contribuito alla ricostruzione di Treviso, poi si è allargata al resto d’Italia. Tra le sue opere ci sono l’ospedale di Ca’ Foncello e quelli di Conegliano e Castelfranco, il recupero del Teatro Comunale di Treviso voluto dalla Fondazione Cassamarca di Dino De Poli, la stazione delle corriere, centinaia di edifici in tutta Italia e poi l’aeroporto di Tessera, costruito e poi rimodernato, e quello di Palermo. In tanti di questi progetti c’è stato il contributo o la firma di Giuseppe, entrato formalmente in azienda agli inizi degli anni Sessanta accanto al padre per poi prenderne il posto prima di aver raggiunto i 40 anni. Quando divenne presidente le Guaraldo fatturava 13 miliardi di lire all’anno. Al suo apice, sotto la sua guida, il fatturato ha toccato i 200 miliardi, sempre di lire. Un colosso.
LA CARRIERA
Giuseppe si è laureato in Ingegneria a Padova giovanissimo.
LA VITA
Giuseppe Guaraldo è stato un imprenditore tanto brillante, quanto schivo. Comparire non gli interessava. Il tempo libero lo dedicava alle sue passioni: la musica e la letteratura. «Mio padre - ricorda il figlio Andrea Pio Guaraldo - era una persona di grande cultura. Amava leggere le poesie in greco antico. Ancora oggi, per tradizione, ogni primo dell’anno traduceva un brano dal latino. Ha sempre amato studiare, apprendere, conoscere cose sempre nuove. A noi figli ha insegnato soprattutto la voglia di essere curiosi di tutto. Questo è stato un suo grande insegnamento». Giuseppe non ha mai derogato alle sue idee e principi. A metà anni ‘90 entrò quasi in rotta di collisione con l’allora sindaco Giancarlo Gentilini perché, pur avendo già firmato il contratto con Fondazione Cassamarca per ristrutturare il teatro comunale, andò in piazza dei Signori a firmare il sostegno all’orchestra del Comunale destinata di lì a poco a scomparire. Un gesto di sfida, fatto però con grande convinzione perché consapevole che il patrimonio culturale di una città va difeso sempre e in ogni luogo. I funerali non sono ancora stati fissati. Molto probabilmente si terranno la prossima settimana nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Ma la famiglia non ha ancora scartato l’ipotesi di farli in forma privata.
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Il Gazzettino