Venezia. Mette in affitto il negozio ma dice no a 5 bar: «Basta l'ennesimo locale!». Tiene chiuso per 4 anni. Poi la scelta inaspettata

Mette in affitto il negozio ma dice no a 5 bar: «Basta l'ennesimo locale». Tiene chiuso per 4 anni, poi la svolta
VENEZIA - Ha detto no almeno a cinque proposte, perché lì dove c'era il negozio di sua mamma, una parrucchiera che per cinquant'anni ha servito l'isola...

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VENEZIA - Ha detto no almeno a cinque proposte, perché lì dove c'era il negozio di sua mamma, una parrucchiera che per cinquant'anni ha servito l'isola della Giudecca, non voleva sorgesse l'ennesimo bar. Marcello Strozzi, dopo che l'attività artigianale a servizio dei residenti ha cessato la sua attività, ormai quattro anni fa, ha preferito tenere la serranda abbassata piuttosto che far fiorire l'ennesima attività di pubblico esercizio. Dalle Zitelle a Sant'Eufemia, ormai in fondamenta ci sono solo questo tipo di locali, attività che accolgono anche i giudecchini, ma che rendono la passeggiata con una delle viste più suggestive di Venezia uno slalom tra i plateatici.

PROPOSTE RESPINTE

Strozzi ha però puntato i piedi e, affidandosi a all'intermediaria immobiliare residente nell'isola Enrica Acerboni, ha voluto cambiare pagina. Dopo tante proposte, alla fine è arrivata quella giusta: così il titolare del fondo ha sposato la causa culturale e lì dove c'era un parrucchiere è da ieri sorta una libreria. A gestirla è il francese Alexandre Sap, che ha le sue attività principali a Marsiglia e Parigi, ma che ha scelto la laguna per investire e cercare di dare una sterzata al tessuto sociale. «Ho messo in pubblicità il negozio di Marcello, come si conviene, mi hanno contattata diverse persone, tra cui cinesi e residenti, per fare o bar o ristorante. Con il titolare avevamo però deciso di evitare questa opzione, essendocene già tanti», spiega Acerboni.
Un modo con cui i due giudecchini si sono messi a difesa della propria realtà: «Un anno fa sono stata contattata da Alexandre, il quale voleva una zona di forte passaggio, inizialmente ipotizzava San Tomà, poi però l'ho portato qui e ne è rimasto conquistato. I contatti si sono sviluppati, il titolare ha fatto alcuni restauri e alla fine sono stati contenti entrambi. L'imprenditore ha capito che si tratta di un'isola "felice", da "preservare"».


E proprio per cercare di mantenere quell'identità cittadina, titolare e imprenditore hanno deciso di comune accordo di mantenere l'insegna precedente, come talvolta accade in città. Un modo per ricordare e omaggiare un'attività che per decenni ha garantito un servizio anche nell'isola veneziana. Contento anche Strozzi: «C'è stato un impegno da parte di tutti: io volevo contribuire alla creazione di una zona artistica, visto che tra i vicini c'è già una galleria d'arte e una artista tedesca. Trovo che sia un modo interessante per riqualificare la zona». Per questo, prima di affittare, il titolare ha effettuato un ammodernamento: «Ho svolto alcuni restauri di base, poi lui ci ha messo del suo affidandosi a un importante designer. Infatti all'arredamento storico ha coniugato il moderno, grazie ad alcuni led posizionati nelle tende, che forniscono suggestione alla proposta. Così la gente può accomodarsi e leggere un libro ammirando il panorama». Rupture Arts & Books aggiunge così la sede veneziana alle altre due francesi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino