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Sta risalendo la penisola il Giro d’Italia, dopo essere partito dalla Sicilia, ma sulla manifestazione si allungano ombre preoccupanti. Pareva che la 103. edizione della corsa della maglia rosa la stesse facendo franca tra i rischi della dilagante pandemia di Coronavirus. Invece negli ultimi giorni i corridori positivi sono aumentati (fra loro Simon Yates: uno dei superfavoriti per la vittoria finale) e un paio di squadre sono sparite dall’elenco delle partenti: Michelton e Jumbo-Visma. Dagli organizzatori della Rcs-La Gazzetta dello Sport si tende a sdrammatizzare. Dice Mauro Vegni, dal 2012 direttore generale del Giro: «L’obbiettivo è arrivare a Milano. Sapevamo del Coronavirus e bisogna conviverci. Finora la percentuale dei positivi rimane bassa, considerato gli oltre mille tamponi già effettuati. Il sistema tiene bene».
CLIMA SURREALE
L’attività sanitaria di controllo viene svolta da due laboratori mobili del Centro diagnostico di Milano aggregati alla carovana, in contatto con il laboratorio-madre. Ma la convivenza fra i girini pare abbia assunto aspetti anche surreali con le squadre che, fuori dalla gara, si evitano reciprocamente e limitano addirittura i contatti fra i loro stessi componenti (alcune formazioni terrebbero a disposizione camere in alberghi lontani da quello della loro base, dove eventualmente sistemare i sospetti positivi).
GIORNATA DECISIVA
La possibilità o meno che il Giro 2020 termini regolarmente a Milano domenica 25 ottobre potrebbe materializzarsi proprio in Friuli. Dove lunedì 19 ottobre, giornata di riposo tutti i componenti la carovana rosa, saranno di nuovo sottoposti a tamponi. Dai risultati, gli organizzatori decideranno cosa fare: se continuare sino alla fine o chiudere il Giro con la tappa dalla Base area di Rivolto al Piancavallo di domenica 18 ottobre. D’obbligo gli scongiuri, ma con i chiari di luna che ci sono, non è per niente affatto azzardato disegnare scenari cupi e perfino devastanti (si pensi solo, ad esempio, ai risvolti negativi di tipo economico).
LA MACCHINA LOCALE
Comunque sarà, Enzo Cainero prosegue nel suo impegno di predisporre le due tappe friulane.
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Il Gazzettino