Giro d'Italia, l'ombra dei contagi da coronavirus sulle tappe friulane

Giovedì 15 Ottobre 2020 di Paolo Cautero
Giro d'Italia, l'ombra dei contagi da coronavirus sulle tappe friulane
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Sta risalendo la penisola il Giro d’Italia, dopo essere partito dalla Sicilia, ma sulla manifestazione si allungano ombre preoccupanti. Pareva che la 103. edizione della corsa della maglia rosa la stesse facendo franca tra i rischi della dilagante pandemia di Coronavirus. Invece negli ultimi giorni i corridori positivi sono aumentati (fra loro Simon Yates: uno dei superfavoriti per la vittoria finale) e un paio di squadre sono sparite dall’elenco delle partenti: Michelton e Jumbo-Visma. Dagli organizzatori della Rcs-La Gazzetta dello Sport si tende a sdrammatizzare. Dice Mauro Vegni, dal 2012 direttore generale del Giro: «L’obbiettivo è arrivare a Milano. Sapevamo del Coronavirus e bisogna conviverci. Finora la percentuale dei positivi rimane bassa, considerato gli oltre mille tamponi già effettuati. Il sistema tiene bene».
CLIMA SURREALE
L’attività sanitaria di controllo viene svolta da due laboratori mobili del Centro diagnostico di Milano aggregati alla carovana, in contatto con il laboratorio-madre. Ma la convivenza fra i girini pare abbia assunto aspetti anche surreali con le squadre che, fuori dalla gara, si evitano reciprocamente e limitano addirittura i contatti fra i loro stessi componenti (alcune formazioni terrebbero a disposizione camere in alberghi lontani da quello della loro base, dove eventualmente sistemare i sospetti positivi).
GIORNATA DECISIVA
La possibilità o meno che il Giro 2020 termini regolarmente a Milano domenica 25 ottobre potrebbe materializzarsi proprio in Friuli. Dove lunedì 19 ottobre, giornata di riposo tutti i componenti la carovana rosa, saranno di nuovo sottoposti a tamponi. Dai risultati, gli organizzatori decideranno cosa fare: se continuare sino alla fine o chiudere il Giro con la tappa dalla Base area di Rivolto al Piancavallo di domenica 18 ottobre. D’obbligo gli scongiuri, ma con i chiari di luna che ci sono, non è per niente affatto azzardato disegnare scenari cupi e perfino devastanti (si pensi solo, ad esempio, ai risvolti negativi di tipo economico).
LA MACCHINA LOCALE
Comunque sarà, Enzo Cainero prosegue nel suo impegno di predisporre le due tappe friulane.

Ad aggiungersi alle quotidiane crescenti difficoltà burocratiche, i danni delle recenti forti piogge con frane interessanti strade che dovrebbero venire attraversate dalla corsa. Secondo indiscrezioni, sarebbe anche saltato un tratto di asfalto lungo una arteria appena sistemata. Si sa invece che in piazza Primo Maggio a Udine ci sarà la sede di partenza della Udine-San Daniele. Di primo mattino (via ufficioso alle ore 10.05 in piazza Libertà e ufficiale dieci minuti dopo da Cavalicco) giungeranno i pullman delle venti squadre rimaste in lizza (alcune ne hanno addirittura un paio a testa). Si tratta di mezzi moderni e super attrezzati con docce e cucina, dove gli atleti possono lavarsi e mangiare un piatto caldo (pasta o riso) appena terminata la fatica. Cainero non nasconde di tenere particolarmente alla giornata di martedì 20 ottobre, destinata a rivelarsi un formidabile spot pubblicitario per il territorio friulano con scenario capoluogo e dintorni, Cividalese e valli del Natisone, Tarcentino, Sandanielese che a Muris di Ragogna racchiude l’attesa “Salita degli Alpini”. Insomma conta di andare oltre il Piancavallo.

Ultimo aggiornamento: 12:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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