Il giostraio e la sua famiglia Dalle rapine a colpi di mitra alla casa Ater in affitto a sole 12 euro al mese

Il giostraio e la sua famiglia Dalle rapine a colpi di mitra alla casa Ater in affitto a sole 12 euro al mese
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PADOVA - Dieci anni fa G. M. era nella banda dei supermercati. Un gruppo di giostrai che entravano al sabato sera nelle Coop oppure nei Prix tra Venezia, Padova, Vicenza e Treviso all’ora di chiusura. Terrorizzavano i clienti con il kalashnikov e fuggivano con i soldi della cassa. Ci vollero 40 agenti impegnati per sette ore e due questure mobilitate, Padova e Treviso, per prenderli dopo un doppio colpo un sabato di marzo del 2005. Bloccati al casello di Dolo.




G. M., sinti di origine, in attesa di giudizio per quegli assalti, da allora non ha fatto più parlare di sé. La moglie e una delle figlie sì. Furono arrestate a fine aprile mentre erano andate a prendere le armi nascoste dentro un tombino a Castelfranco durante l’ultima fuga.



Adesso si scopre che M. abita in una casa dell’Ater. Titolare di un alloggio pubblico con un canone di 12 euro al mese. A dire la verità l’assegnazione data primo novembre del 1995 (sindaco Zanonato). Allora aveva appena compiuto 26 anni. Ed era stato assolto nel luglio precedente dall’accusa di far parte di una Spa delle rapine compiute da giostrai e malavitosi del Piovese. Tra i giostrai finiti dietro le sbarre, c’era anche lui. Accusato di far parte di un’organizzazione specializzata in decine di assalti a banche, furgoni portavalori e laboratori orafi, assalti che avevano fruttato un bottino di oltre sette miliardi. Ne uscì pulito...







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Il Gazzettino