Giornalista travolto in bici, lo choc dell'automobilista: «Non riuscivo più a trovarlo» Foto

Il giornalista Franco Pavan e l'auto che lo ha investito
ROVIGO - Uno schianto improvviso, violentissimo, impari, fra una monovolume e una bici, con il ciclista sbalzato di sella e dopo aver impattato sul parabrezza, frantumandolo,...

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ROVIGO - Uno schianto improvviso, violentissimo, impari, fra una monovolume e una bici, con il ciclista sbalzato di sella e dopo aver impattato sul parabrezza, frantumandolo, è finito a terra a metri di distanza. Poi il trasporto in codice rosso, in elicottero, intubato, fino all’ospedale di Padova, e l’immediato ingresso nella sala operatoria dove è iniziato un lungo intervento chirurgico per arginare le emorragie. Ore di ansia e di attesa, con uno spiraglio di ottimismo che pur rimanendo la prognosi riservata, sembrerebbe aprirsi grazie alla buona riuscita del delicato lavoro compiuto dall’equipe chirurgica. Non un ciclista qualunque, ma Franco Pavan, 63 anni, di Pontecchio, con un passato anche da amministratore, giornalista del Gazzettino, noto e stimato, che è ben di più di un semplice cicloamatore, vantando partecipazioni con risultati lusinghieri e svariati titoli conquistati. Una passione profonda, coltivata con puntiglio e allenamenti pressoché quotidiani. Come ieri mattina, giovedì 1 luglio, una giornata meno calda delle altre, che lo ha visto inforcare la sua bici e pedalare immerso nella campagna.

L’IMPATTO
L’incidente è avvenuto attorno alle 9.30 sull’Eridania, la Provinciale 33, nel tratto fra Canalnovo e Crespino in una cornice quasi idilliaca, con l’oro dei campi di grano appena mietuto da una parte e il verde del mais in crescita dall’altra. Probabilmente Franco, che sa apprezzare la bellezza della sua terra, ne ha anche gustato l’amenità mentre sudava sui pedali. In un istante è sceso il buio: una Fiat Qubo che secondo una prima ricostruzione, stava viaggiando nella stessa direzione, l’ha colpito in pieno, con la parte anteriore destra del muso.

LA TESTIMONE
A raccontare gli istanti immediatamente successivi è una giovane madre, che stava andando al mare con le figlie e ha visto l’auto ferma in mezzo alla strada. Si è fermata per chiedere se servisse aiuto. «L’incidente era appena successo: ho visto un ragazzo accasciato vicino alla macchina e gli ho chiesto se stava bene. Non ci eravamo accorti dei pezzi della bici sparsi sulla strada e nel campo. Lui ha detto che aveva investito un ragazzo in bici e continuava a ripetere disperato che non lo trovava e non sapeva se fosse vivo o morto. Ci siamo messi a cercare e l’abbiamo trovato a decine di metri: era accasciato in mezzo all’erba nel fossato, dalla parte opposta della strada. Abbiamo provato a parlargli, non sembrava sentire. Solo ricordare quell’immagine mi mette ansia, si vedeva che era ferito gravemente. Si è fermato un altro ragazzo e ha provato a slacciargli il casco per aprirgli la bocca e vedere se avesse la lingua o qualcosa che gli bloccasse il respiro. Poi abbiamo atteso che arrivassero i soccorsi che abbiamo chiamato tutti più volte». Il Suem ha richiesto l’elisoccorso per un più rapido trasporto all’ospedale di Padova, hub di riferimento per la terapia intensiva neurochirurgica. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Crespino per i rilievi. Il sostituto procuratore Andrea Bigiarini ha disposto il sequestro dei mezzi.

 


 

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Il Gazzettino