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PADOVA - L’accusa è di quelle pesanti: sottrazione di minore. E davanti al giudice del Tribunale monocratico è finita una ginecologa di 37 anni, mamma di una bambina di 6 anni. La dottoressa avrebbe privato la piccola delle figura paterna, trasferendosi con lei in Puglia in barba all’ex marito un padovano di 34 anni. La sua terra d’origine dove ha trovato, oltre a un lavoro in un ospedale del foggiano, anche un nuovo compagno pure lui medico e con il quale ha concepito un altro figlio. Ieri il camice bianco si è difesa dalle accuse e in aula ha dichiarato: «Ho agito da buona madre, non avrei mai pensato di creare tanti problemi. Chiedo scusa al mio ex marito e all’istituzione giustizia».
I FATTI
Secondo l’accusa la ginecologa avrebbe sottratto la figlia al padre, non rispettando l’ordinanza del Tribunale del 26 aprile 2018 che disponeva l’affido condiviso. Il medico avrebbe trascorso con la bambina lunghi periodi in Puglia, decidendo in autonomia le date delle singole partenze e in questo modo avrebbe privato la piccola della figura del papà. Inoltre non avrebbe rispettato, ancora secondo l’accusa, l’ordinanza del Tribunale del dicembre del 2018 che revocava l’affido condiviso ed affidava in via esclusiva la figlia al padre. La dottoressa è infatti a processo anche per quest’ultimo reato.
LA DIFESA
La ginecologa, ieri accompagnata a Padova dal suo nuovo compagno, davanti al giudice si è difesa da tutte le accuse raccontando in aula la sua versione dei fatti. «A ottobre del 2018 sono scesa in Puglia per un matrimonio insieme a mia figlia.
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Il Gazzettino