Il fatidico "Sì" di Wendy: «Alessandro mi ha salvato dall'anoressia, ora lo sposo»

Il fatidico "Sì" di Wendy: «Alessandro mi ha salvato dall'anoressia, ora lo sposo»
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L'amore oltre la sofferenza, la malattia, la morte. Oltre il dramma dell'anoressia e della bulimia guardando al futuro, mano nella mano. Quella di Alessandro Mazzochel (ex assessore a Volpago e attualmente consigliere a Giavera) e Wendy Mandzij non è solo una storia d'amore con un lieto fine, ma la storia di una guerra affrontata con forza e tenacia. Mano nella mano. Dall'abisso verso la luce. Il 7 settembre Alessandro e Wendy si sono promessi amore eterno nella chiesa parrocchiale di Cusignana e in questi giorni stanno vivendo a Bali la luna di miele. Dietro alla loro vicenda, però, c'è altro oltre all'aspetto romantico.

Solo cinque anni fa, nel 2014, Wendy, allora 23enne, fu colpita da arresto cardiaco, nell'abitazione di Giavera in cui lei e Alessandro vivevano. A salvarla l'intervento del fidanzato. Un dramma, quello di Wendy, affetta dall'ipopotassemia, conseguenza dei disturbi alimentari di cui la giovane soffriva dal 2009. Sarebbe potuta essere la fine di tutto. Di una vita e di una storia d'amore. Invece, di fronte al rischio di perdere la donna che amava, Alessandro non si perse d'animo: ascoltò le istruzioni dell'operatore del 118 e praticò il massaggio cardiaco a Wendy finché non arrivarono i soccorsi. Che, dopo la terza scarica di defibrillatore, riuscirono a far ripartire il cuore della giovane.
IL RACCONTO

E lo stesso Alessandro Mazzochel ha raccontato il dramma in un libro, La caduta delle farfalle, uscito nel 2016. Ma Alessandro e Wendy lo hanno fatto anche, per anni, nelle scuole e non solo, dicendo ai giovani che l'anoressia è una malattia grave, della psiche prima che del corpo, ma che se ne può uscire. E ora Wendy, da Bali, scrive: «Penso che per tutta la mia vita ho ritenuto di essere sbagliata e di non meritare la felicità. Quando però la voglia di cambiare rotta e di darmi un'opportunità ha superato la paura di scoprire se meritavo o meno qualcosa di diverso, allora la mia vita è cambiata». Poi racconta: «Alessandro è stato il mio primo amore. Mai avrei immaginato in quell'estate della quarta ginnasio in cui l'ho incontrato, che lo avrei sposato. Lui mi ha aiutata, non a guarire fuori, ma a guarire dentro. Certo avrò ancora paura. Ma lui sarà accanto a me, nel bene e nel male. Lo so per certo perché lo ha già fatto». E lui ricorda le pagine di quel libro rimasto, in un certo senso, in attesa di una nuova pagina: «Noi viviamo il nostro matrimonio come il compimento di una storia e l'inizio di un'altra, un po' come fosse la risposta alle ultime righe del libro, dove dissi che terminavo di scrivere perché non sapevo come sarebbero state le pagine bianche del futuro e la penna era nelle mani di Wendy». Una farfalla che ora vola davvero. Insieme al suo Alessandro.
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Il Gazzettino