Padova. Genitori no mask denunciano i vertici della scuola: perdono e rischiano due anni per calunnia

Sono finiti nei guai anche quattro medici con il cui aiuto, secondo l'accusa, avrebbero ottenuto dei certificati medici falsi per garantire l'ingresso a scuola del ragazzo senza mascherina

Genitori no mask rischiano una condanna per calunnia
PADOVA - Due anni e quattro mesi per calunnia nei confronti della dirigente, del vicepreside e del coordinatore della classe seconda media frequentata, all'epoca dei fatti,...

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PADOVA - Due anni e quattro mesi per calunnia nei confronti della dirigente, del vicepreside e del coordinatore della classe seconda media frequentata, all'epoca dei fatti, dal figlio. Sono le pene chieste dal pubblico ministero Maria D'Arpa nei confronti di una coppia di genitori. Genitori che nel dicembre 2020 avevano denunciato le tre figure della scuola Petrarca accusandole di violenza privata, maltrattamenti e altri reati per l'obbligo da parte del ragazzino di indossare la mascherina chirurgica durante le lezioni. La situazione ha però finito per capovolgersi e a trovarsi imputati sono stati gli stessi madre e padre. Insieme a loro sono finiti nei guai anche quattro medici con il cui aiuto, secondo l'accusa, avrebbero ottenuto dei certificati medici falsi per garantire l'ingresso a scuola del ragazzo senza mascherina. E così i genitori sono stati accusati di calunnia e i camici bianchi di falso (posizioni poi stralciate, ndr).

L'iter

In questi giorni la coppia, difesa dall'avvocato Emanuele Fragasso, è tornata a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari Domenica Gambardella, cui è stata avanzata la richiesta di ottenere il rito abbreviato. Il pubblico ministero ha ripercorso e contestato le lamentele presentate dai genitori alla scuola, laddove sostenevano che il ragazzino venisse discriminato e maltrattato. La dirigente (all'epoca preside applicata, ndr) invece, sempre secondo la pubblica accusa, avrebbe rispettato tutti i protocolli previsti dalla situazione e si sarebbe anche confrontata con degli esperti.

La vicenda

I genitori avevano presentato la denuncia in Procura e chiesto i danni in sede civile. Secondo loro il figlio, sofferente di importanti patologie respiratorie, non poteva indossare in classe la mascherina chirurgica ma solo la visiera in plexiglass. Aveva potuto seguire le lezioni in Dad (didattica a distanza), ma per i genitori in questo modo è stato isolato dai compagni e non gli è stata garantita una regolare frequentazione. Papà e mamma per dimostrare le patologie del figlio nei giorni 23 novembre, 19 dicembre e 20 dicembre 2020 hanno prodotto alla scuola quattro certificati medici di altrettanti dottori che diagnosticavano asma e bronchite. La causa civile è però stata persa e la vicenda processuale si è ribaltata, vedendo i due genitori finire imputati. Secondo l'accusa infatti i quattro medici (con studi a Milano, Palermo, Bologna e Pisa) non avrebbero mai visitato lo studente e i certificati sono infatti stati considerati non idonei. «Hanno sempre e solo agito nell'interesse del figlio» ha sottolineato l'avvocato Fragasso. La dirigente scolastica, il vice e il coordinatore di classe hanno chiesto 20mila euro ciascuno di risarcimento per danni morali, sono in fase di valutazione quelli materiali. Si torna in aula il 29 marzo. 

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Il Gazzettino