Gattino seviziato con una corda stretta all'addome, salvato dai volontari

MALVAGITA' UMANA Il gattino salvato e curato dai volontari protagonista di una vicenda orribile
LENDINARA - È una crudeltà senza limiti quella messa in atto da un “essere umano” ai danni di un gatto, seviziato con una corda legata attorno...

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LENDINARA - È una crudeltà senza limiti quella messa in atto da un “essere umano” ai danni di un gatto, seviziato con una corda legata attorno all’addome che ha causato un restringimento e gravi lesioni. Il giovane micio di circa due anni, vittima della malvagità di qualcuno, è stato recuperato e salvato da Donatella Martinello e Maddalena Mainardi, due lendinaresi volontarie della Lega nazionale per la difesa del cane operanti nella sezione di Legnago e del Basso veronese. Dopo aver ricevuto la segnalazione della presenza di un gatto in difficoltà, con un cordino penzolante che inizialmente si pensava fosse il cordone ombelicale, le due per una settimana hanno cercato di catturare il micio. Sono infine sono riuscite a recuperarlo in via San Lazzaro provinciale utilizzando una gabbia trappola e l’hanno portato per le cure del caso dalla veterinaria Silvia Gennaro. Sia la professionista lendinarese sia le volontarie ne hanno viste tante, purtroppo, ma un’atrocità del genere non l’avevano mai vista.



VETERINARIO SCONVOLTO
Max, così battezzato dalla veterinaria, è stato sedato ed è allora che è emersa la natura del problema che lo affligge. «Da veterinario mi sembra impossibile vedere dove possa arrivare la cattiveria umana nel 2021, storie come quella di Max mandano nello sconforto e nell’avvilimento più totale chi come me ha scelto di prendersi cura degli animali – dice la dottoressa Gennaro - Dopo averlo sedato per maneggiarlo, ho fatto la macabra scoperta: una corda di rafia ben annodata gli stringeva così forte l’addome da avergli provocato un restringimento. La corda si era incarnata nella pelle al punto da provocare una lesione purulenta e una piaga così estesa da prendere addome, fianchi e addirittura una parte del dorso».
La veterinaria ha quindi tagliato a fatica il cordino che qualcuno aveva annodato forse un paio di mesi fa e che ormai era tutt’uno con la carne ulcerata, ha rasato il pelo e pulito le lesioni, somministrato al povero Max un trattamento antibiotico, un antidolorifico e un antiparassitario, perché oltretutto era pieno di pulci, zecche e persino pidocchi. 


LE CONSEGUENZE


Max è molto magro, probabilmente perché il restringimento della corda che aveva ormai da tempo ha modificato il transito intestinale. «Purtroppo solo il tempo ci dirà se quest’atroce cattiveria gli lascerà delle conseguenze. Ora Max ha bisogno di cure, ma soprattutto ha bisogno di ritrovare la fiducia nel genere umano». La Lega del cane ha sporto denuncia contro ignoti nella speranza che possa essere individuato l’autore della tortura, con l’auspicio che chiunque abbia visto qualcosa o abbia qualche informazione utile si faccia avanti.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino