PORDENONE - Ricercata da tre mesi, bloccata l'altro ieri a Reka Dragonja, al confine tra Slovenia e Croazia, grazie a due mandati di arresto europeo firmati dal gip Rodolfo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I FINANZIAMENTI Alla Rade, oltre che a far parte dell'associazione per delinquere che ruotava attorno a Gaiatto, si contesta di aver concesso prestiti ad almeno 78 persone per 11.510.587 euro. Si tratterebbe di denaro proveniente dalle truffe. Gaiatto, secondo la Procura, una volta realizzato che non avrebbe più potuto operare nel forex, con i prestiti si sarebbe garantito una rendita personale costituita dalle rate che i clienti gli avrebbero restituito. Il primo finanziamento concesso da Gaiatto risale al 23 dicembre 2016. Era stato lui stesso a parlarne agli inquirenti durante il suo interrogatorio della scorsa primavera. La Venice croata avrebbe ricevuto 6 milioni dalla Venice inglese. Il denaro sarebbe stato utilizzato per i prestiti, attività che avrebbe permesso alla società di Pola di incassare circa 40mila euro al mese. Secondo il procuratore Raffaele Tito, con questo meccanismo Gaiatto si sarebbe «trovato una rendita per il resto della vita».
AUTORICICLAGGIO Secondo gli inquirenti, la rendita che il trader di Portovecchio avrebbe incassato si aggirerebbe tra i 40 e 80mila euro mensili. Insomma, una banca abusiva che riciclava i risparmi dei 3mila clienti truffati con il forex e che avrebbe garantito un introito anche se Gaiatto era in carcere. Con i sequestri preventivi ottenuti nel corso dell'inchiesta, l'obiettivo della Procura è far sì che i clienti che si rivolgevano a Gaiatto per un finanziamento non restituiscano i soldi alla Venice croata, ma allo Stato. «Perchè Gaiatto - osserva il procuratore - così continuerebbe a commettere autoriciclaggio anche mentre si trova in carcere». Il Tribunale del Riesame di Trieste ha confermato anche la seconda misura cautelare e i relativi sequestri. Sul punto, pertanto, si è già formato un giudicato cautelare e per la Rade, rimasta in contatto con Gaiatto fino alla vigilia della retata dello scorso settembre, sarà difficile smantellare le ordinanze al Riesame.
NUOVA PERQUISIZIONE L'inchiesta non conosce soste. L'altro ieri il pm Monica Carraturo ha delegato una nuova perquisizione a Portogruaro, dove la compagna di Gaiatto, Najima Romani, si trova ai domiciliari. I finanzieri cercavano supporto informatici rimasti nella disponibilità dell'indagata.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino