Gaiatto, colpo di scena dopo la sentenza: sigilli al conto della mamma di Massimo Minighin

Fabio Gaiatto, Venice Investment Group
PORDENONE - Non è affatto chiuso il capitolo giudiziario della Venice Investment Group. La Procura non molla e, a due settimane dalla condanna del trader Fabio Gaiatto a 15...

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PORDENONE - Non è affatto chiuso il capitolo giudiziario della Venice Investment Group. La Procura non molla e, a due settimane dalla condanna del trader Fabio Gaiatto a 15 anni e 4 mesi di reclusione, ottiene nuovi sequestri. Riguardano Massimo Minighin, 42 anni, di Fossalta di Portogruaro, professionista esperto di informatica che aveva realizzato la piattaforma online della Venice, quella dove Gaiatto indicava i rendimenti che hanno fatto sognare 2.700 risparmiatori del Nordest. La scorsa settimana sono stati posti i sigilli a due appartamenti e al conto corrente della madre di Minighin. A fine giugno la Guardia di finanza di Portogruaro gli aveva sequestrato un appartamento acquistato a Sappada il 12 settembre 2017 per 242mila euro e ristrutturato nel corso del 2018 con  una spesa di 81.193 euro. Secondo la Procura, l'acquisto è stato fatto con parte dei 600mila euro che Minighin aveva ricevuto da Gaiatto attraverso un bonifico del 27 marzo 2017 fatto da Venice Investment Holding Ltd a favore della Kint Corporation, la società americana dell'informatico. Per la Procura i soldi sarebbero il provento della truffa e vanno confiscati. Così la pensano anche Gip e Tribunale del Riesame di Pordenone che ha confermato il sequestro.

NUOVO ATTACCOIl nuovo attacco sferrato dal procuratore Raffaele Tito si gioca stavolta sul piano tributario. Il braccio di ferro riguarda sempre i 600mila euro nella veste di reddito provento di reato. Secondo la Procura, sono sfuggiti al Fisco. Per questo Minighin è stato iscritto sul registro degli indagati per l'ipotesi di infedele dichiarazione dei redditi per l'anno di imposta 2017, quando aveva indicato ricavi per 4.235 euro e perdite per 6.926. Secondo gli inquirenti, i ricavi erano pari a 593.702 euro perchè aveva ricevuto i bonifici di Gaiatto. L'imposta evasa è stata calcolata in 248.462 euro. Ed è questo l'importo relativo al sequestro preventivo per equivalente di beni mobili ed immobili disposto dal gip Rodolfo Piccin. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri, che hanno sequestrato per la seconda volta la casa delle vacanze di Sappada, un appartamento che si trova a San Vito al Tagliamento e il conto corrente bancario intestato alla madre di Minighin (lui ha l'autorizzazione a utilizzarlo). In quel conto vi è una disponibilità di 96mila euro.

LA DIFESAIl provvedimento di sequestro è stato emesso il 25 giugno e l'esecuzione è stata perfezionata in questi giorni. «Attendo le notifiche - osserva l'avvocato Cristiano Leone, che difende l'informatico assieme alla collega Alessia Crapis - dopodichè impugneremo». I legali contestano in particolare il sequestro dei conti correnti: «Minighin aveva la disponibilità all'utilizzo e versava semplicemente gli affitti del Bed&Breakfast che possiede in Toscana». Secondo la Procura, i 96mila euro sarebbero una parte dei 600mila che l'amico Gaiatto gli aveva girato. «Ma quei soldi - insiste Leone - erano una penale per un affare andato male. È tutto un equivoco».
Cristina Antonutti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino