PORDENONE - Per tirare una riga, sommare numeri e disegnare curve, era necessario rispettare il massimo criterio stabilito attualmente dalle autorità sanitarie, cioè...
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IL QUADRO
Il 4 maggio non sono solo state riavviate le fabbriche. Anzi, il lavoro era forse il settore della vita quotidiana che preoccupava di meno, visti i protocolli studiati, discussi e poi messi in campo per ripartire in sicurezza. I principali timori erano relativi alla ripresa di alcune attività di carattere sociale: dall’inizio del mese, infatti, è tornato possibile far visita ai parenti (i famosi congiunti) e ai fidanzati (gli altrettanto famosi affetti stabili). E questo sì che era un aspetto segnato in rosso dagli esperti: si temeva infatti che le riunioni domestiche (e ci sono state) potessero generare micro-focolai. Nemmeno questo è successo. Così come non ha dato benzina al virus nemmeno lo spazio ampliato per la mobilità personale, con le passeggiate e l’attività fisica concesse in tutto il territorio della regione.
I NUMERI
A dire tutto sono i numeri e le curve, a cui tutti ormai si sono abituati. Sono parametri forse ancora più fedeli di quelli di un mese fa, perché oggi l’azione di test delle varie Aziende sanitarie è più capillare. Dal 4 maggio a ieri, infatti, i nuovi contagiati in Friuli Venezia Giulia sono stati 143 e nelle prime due settimane sono stati rispettivamente 58 e 61. Per capire di quanto sia diminuito il contagio - nonostante le riaperture - è sufficiente fare un confronto non con i 18 giorni precedenti, ma anche solo con la settimana che ha condotto la regione sino al 4 maggio: in quei sette giorni, infatti, i nuovi contagiati erano stati 155, cioè 12 in più rispetto ai 18 giorni successivi. E se si traducono i numeri in grafici (in questo caso in istogrammi, cioè le classiche colonnine) si nota come non ci sia stata una diminuzione, ma un vero e proprio crollo proprio a partire dall’inizio della cosiddetta fase due. Ma il parametro forse più importante per quanto riguarda la gestione della convivenza con il virus è quello legato all’occupazione dei reparti d’urgenza degli ospedali. Ebbene, il Friuli arrivava al 4 maggio con sei pazienti ricoverati in Terapia intensiva a causa del Covid-19, mentre oggi ne conta due. Erano già pochi, sono diventati ancora meno. Ma soprattutto non si è assistito a un aumento dei casi gravi, dal momento che l’unica oscillazione ha fatto in modo che un giorno i posti occupati diventassero tre, salvo poi tornare a due 48 ore più tardi.
LA PERCENTUALE
Infine il rapporto tra tamponi effettuati e casi positivi riscontrati. Oggi in Fvg è allo 0,2 per cento, tra le più basse di tutta Italia. E mentre sono scesi i positivi, sono aumentati i tamponi, sino ad arrivare a 89 test ogni mille abitanti. In sostanza, si cerca di più e si trova pochissimo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino