MESTRE - Esasperati, non sanno più a che santo votarsi. Da tempo i commercianti del mercato di via Fapanni hanno deciso di non lasciare più molti soldi in cassa....
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« Per fortuna non è stata buttata giù la vetrata, perchè sarebbe stato anche peggio. Ma i ladri hanno trovato all’interno della postazione una vecchia bici a cui ero affezionato, e l’hanno caricata con una grande quantità di salumi freschi: 7 tra prosciutti crudi e cotti da 40 chili l’uno, 15 chili di salsicce, 20 di carne, 50 di salami, di soppresse e altre nostre specialità. Tutto in bella mostra, nella notte tra il venerdì e il sabato - racconta il commerciante - pronta per essere venduta nella giornata prefestiva. E poi hanno danneggiato un registratore di cassa, una bilancia. Il giorno prima era toccato al banco del pesce che sta di fronte al mio, che ieri si stava attrezzando per mettere in sicurezza la zona in cui ripongono gli stoccafissi. Comunque dovevano essere parecchi per portar via tutta quella merce. Nessuno ha visto nulla. E stiamo parlando del centro di Mestre, non di un’area sperduta in periferia».
È uno stillicidio in questo “condominio” di 35 commercianti che occupano 53 gazebi che si sono associati per dividere le spese delle utenze da quando - provvisoriamente, da decenni - sono stati sistemati lì. «Capita che vengano tagliati i teli ormai consumati dei gazebo - racconta ancora l’amministratore Giampaolo Zane - e le coperture che danno l’accesso alle postazioni. Una volta all’interno i banditi spesso possono girare tra un banco e l’altro. Una volta i titolari lasciavano più spesso moneta come fondo cassa per ritrovarsela il giorno dopo: cinquanta, cento euro. Che spariscono spesso. E ora si guardano bene dal lasciarli lì, nessuno più si fida. Qualche mese fa abbiamo incontrato anche l’assessore alla Sicurezza D’Este, ma non è cambiato nulla. Ora sto chiedendo l’intervento del sindaco con una lettera».
I commercianti ora stanno pensando di organizzarsi con una vigilanza privata, in attesa del nuovo mercato definitivo che dovrebbe essere dotato di un sistema di videosorveglianza. Che potrebbe rappresentare almeno un deterrente. Ma non è detto. Anche perchè i banditi avrebbero anche lasciato una specie di “firma”.
«È capitato che dopo l’ennesimo furto sia rimasto appeso alla carta moschicida un calzino da bambino - aggiunge ancora Zane - Indizio che fa capire la dinamica con cui avvengano questi furti notturni. Probabilmente vengono calati dall’alto dei bimbi piccoli che sono più leggeri e con più facilità e rapidità riescono ad arraffare il denaro o la mercanzia più a portata di mano e si ritirano in velocità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino