BELLUNO - Tre veicoli di artigiani ogni 5 bloccati dai nuovi divieti anti-inquinamento. Il dato, in linea con quello regionale, arriva dalla Confartigianato Belluno, che lancia...
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L'ALLARME«Con questi divieti si rischia ancora una volta di agevolare i grossi e tartassare i piccoli - prosegue la presidente di Confartigianato -. Spesso infatti sono proprio gli artigiani, l'idraulico, il falegname, ad avere i mezzi più datati. È facile che abbiano un furgone vecchio, su cui ha investito, che non possono cambiare dall'oggi al domani. Sono mezzi costosissimi, che non si cambiano di continuo. Questa cosa svantaggia i piccoli, ripeto». «Chi ha un parco macchine immenso - spiega la presidente - può cambiare i mezzi, gli artigiani non se lo possono permettere. Per questo il passaggio andava fatto per step: non è possibile trovarsi con normativa applicata senza aver fatto un percorso di adeguamento e preparazione prima».
LE DEROGHE«È vero che ci sono delle deroghe per il pronto intervento - prosegue - ovvero per veicoli in uso per attività urgenti e non programmabili per assicurare servizi manutentivi. Ma il nostro obiettivo è quello di allargare agli interventi in generale: quando uno deve lavorare, dovrebbe poter entrare. Ma questa cosa va coordinata a livello regionale, dovremmo cercare di portare a casa i risultati e creare la possibilità che entrino in deroga tutti i mezzi degli artigiani che entrano per lavorare». «Va anche rilevato - prosegue la Confartigianato - che il Comune di Belluno sta cercando di fare di tutto per venire incontro a tutti. Quando il vigile dice che non sono in grado di fare sanzioni, è comunque una modalità che di fatto ci fa un po' decantare la cosa e sperare di trovare soluzioni nel frattempo. Resta comunque la perplessità sul fatto che se c'è un problema inquinamento è generale, eppure la normativa viene applicata da sole 4 regioni in tutta Italia».
I NUMERIIl totale delle imprese artigiane attive in provincia sono 4864, da dati di Confartigianato. Di queste 250 sono piccoli autotrasportatori, 2205 sono impegnati in edilizia. 370 imprenditori sono impegnati nel settore legno e l'arredamento e 125 nell'attività manutenzione paesaggi e edifici. «Solo per citare alcuni esempi - prosegue la presidente - le ditte che ipoteticamente potrebbero avere esigenza di entrare in città sono la metà». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino