BELLUNO - «Anche io ho preso quel bonus». Non si ferma il dibattito sui 600 euro destinati alle partite iva che hanno subito una contrazione del reddito nei mesi del...
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I CONTI IN TASCA
«Sono un agente commercio e consigliere comunale e vice presidente della terza commissione di Palazzo Rosso, che si occupa di cultura e sanità - esordisce Stella, tra l'altro il più votato tra le file della Lega nel 2017 -. Non ho problemi a dire che a marzo e aprile ha ottenuto il bonus dei 600 euro e i 1000 a maggio. Io per tre mesi non ho lavorato, dal momento che mi interfaccio con bar e ristoranti. Dirò di più, i bonus che ho chiesto all'Inps, mi servono per pagare i contributi». Il concetto è chiaro: «L'Inps me li dà per riprenderseli e non accetto che il ministro degli esteri vada a dire che devono essere pubblicati i 2000 nomi tra consiglieri comunali, sindaci dei piccoli paesi che hanno una partita Iva per vivere. Quello che sta facendo il governo è farci passare per delinquenti, quando non lo siamo».
STILE DIRETTO
Andrea Stella non parla molto, ma quando lo fa non usa giri di parole e in questo caso si schiera al fianco dei colleghi amministratori dei piccoli Comuni della provincia. «L'indennità è ridicola. Sembra che il ministro voglia, invece, promuovere il bollettino dei protesti e anche la lista di proscrizione. Quello che sta facendo il Governo, lo ripeto, è inopportuno ed eticamente sbagliato. Al contrario può essere condivisibile se è riferito a gente che amministra e che prende migliaia di euro, come consigliere e assessore regionale o parlamentare». E così come ha fatto il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, nei giorni scorsi, mostrando senza filtri l'indennità di sindaco, Andrea Stella mostra le carte. «Come consigliere comunale racconta - percepisco 36 euro lordi come gettone presenza ai consigli comunali e alle commissioni consiliari. Ogni 6 mesi arrivano circa 1660 euro. Si pensi ai sindaci dei piccoli comuni di montagna, con 300 abitanti. Vanno avanti perché si dividono tra la cosa pubblica e la propria attività lavorativa. Parliamo di persone che hanno deciso di candidarsi per puro spirito di servizio, spesso perché il Comune non venga commissariato o più semplicemente perché vogliono bene alla cosa pubblica, come anche nel mio caso» . Quale sarebbe l'esito di pubblicare i 2000 nomi? Stella parla di tre problemi. Il primo: «Personale». Il secondo: «Obbliga i segretari di partito a spuntare dalle liste persone che inopportunamente hanno percepito il bonus, senza guardare cosa hanno fatto negli ultimi 5 anni». Il terzo: «Il peggiore è che tra poco avremo il referendum per il taglio dei parlamentari al quale sono contrario, perché limita la rappresentanza popolare».
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Il Gazzettino