ROCCA PIETORE - La funivia della Marmolada compie 50 anni. E la domanda sorge spontanea: cosa sarebbero oggi la Val Pettorina e l'Agordino senza la funivia della...
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L'INIZIO
«La famiglia di cui vi parlo non è solo quella anagrafica, i Vascellari - sottolinea Mario Vascellari, l'attuale patron - ma è una famiglia più allargata, è la famiglia che si è creata dagli anni Sessanta, quando abbiamo iniziato a costruire la funivia sull'idea del cavalier Furio Bianchet, emerito personaggio del Cai di Belluno, amico di mio padre Bruno e già azionista delle imprese idroelettriche create da nonno Valentino a seguito della nazionalizzazione dalle quali si sono liberati i fondi per realizzare l'impianto della Marmolada e poi della Freccia del cielo. È la famiglia composta dai collaboratori, che permette ogni giorno di aprire le porte delle cabine e portare i turisti sulla vetta della Regina delle Dolomiti, la Marmolada. Una storia lunga quella della funivia della Marmolada, partita, come dicevo, con un'idea di Bianchet, subito abbracciata da mio padre Bruno, da zio Giorgio e da nonno Valentino, che videro in quel progetto una forma di investimento per migliorare anche le condizioni di un'intera vallata, la cui economia era ancora incentrata sull'emigrazione all'estero e che aveva bisogno di un motore propulsore, come lo è stato la funivia, per svilupparsi e per bloccare quel doloroso fenomeno di abbandono dei territori. E nello stesso periodo si presentò anche l'occasione di investire in un progetto simile sulla Tofana - prosegue Vascellari - questa volta ideato dall'ingegner Giulio Apollonio, allora proprietario dell'Hotel Savoia di Cortina».
IL PROGETTO
«Tornando alla Marmolada - continua Vascellari - la realizzazione del progetto non è stata delle più semplici, sebbene l'appoggio incondizionato del senatore Dino Riva, allora sindaco di Rocca Pietore, abbia agevolato lo sviluppo. La costruzione della stazione di Malga fu solo il primo passo; infatti, per ogni troncone, bisognava costruire un teleferino, poi una teleferica e infine dedicarsi alla costruzione dell'impianto funiviario vero e proprio. Gli operai e il materiale venivano trasportati con le teleferiche, ma nulla era agevole e facile. Vento, neve e freddo erano compagni inseparabili di quegli operai che con tanta fatica e maestria riuscirono a edificare l'intero impianto, messo in funzione prima fino al Serauta e poi fino a Punta Rocca. La storia della funivia è poi continuata fra successi e difficoltà fino ad oggi, compresa la sofferta questione confinaria e la combattuta entrata nel Superski Dolomiti».
I SUCCESSI
«Ciò nonostante - conclude il patron - la funivia della Marmolada in questi anni ha continuato a rinnovarsi e a investire in innovazione per dare ai turisti impianti e strutture innovative al passo con i tempi. Il volume: Una famiglia, tante imprese, una storia sarà presentato ufficialmente sabato 28 luglio, alle 18.30 a Bosco Verde, durante la cerimonia del 21° Pelmo d'oro.
Dario Fontanive Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino