PADOVA - Quel mattino del 15 giugno Luca (nome di fantasia, ndr), 14 anni, non ci aveva pensato un attimo. Inforcata la sua bici, non si era fatto vedere alle scuole medie di...
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È stato a quel punto che il volontario della Croce rossa ha giocato la carta di avvertire i genitori del ragazzo. Una mossa che ha messo il giovane in scacco matto. “Si è irrigidito e ha iniziato ad abbassare la testa e indietreggiare – ricorda ancora adesso il gestore del bar –. A quel punto ho capito che aveva combinato qualcosa e che se ne stava rendendo conto. Ho detto che lo avrei accompagnato in un posto dove avrebbe potuto dormire e da lì l’ho convinto a parlare con i carabinieri. All’inizio, dopo alcune domande, ha riattaccato e cercato di scappare. Siamo riusciti a fermarlo e lui stavolta si è lasciato andare, confessando tutto”.
Confessando che aveva conosciuto una ragazza di Pontremoli in chat e che le aveva promesso di raggiungerla. Così per lei aveva saltato l’esame di matematica e senza dire nulla a nessuno si era lanciato nel viaggio d’amore lungo gli Appennini. Solo allora i carabinieri della compagnia di Borgo Val di Taro hanno potuto contattare i colleghi di Padova, che già dal pomeriggio stavano lavorando sulla denuncia di scomparsa fatta dai genitori una volta che la scuola non lo aveva visto arrivare per tutta la mattinata. Come fosse arrivato al bar centrale di Berceto però, Luca non l’ha voluto dire. Possibile che abbia raggiunto la stazione di Ghiare (frazione di Berceto) tra treno e autostop e da lì fosse risalito in bici diretto a Pontremoli. A fermarlo, la notte e una tabella di marca figlia di passione e inesperienza. “Mi fa piacere che la cosa sia risolta bene – conclude il barista - Che una storia simile ora si possa raccontare”. A riportare a casa il quattordicenne ci hanno pensato i suoi genitori, arrivati alla stazione dei carabinieri di Berceto alle 4.30 del 16 giugno. Chi c’era racconta di un grande abbraccio. Come dopo una fuga solitaria sulle due ruote. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino