A 14 anni fa 270 km in bici: voleva raggiungere il suo amore

Mercoledì 4 Luglio 2018 di Nicola Munaro
Un ragazzino in bicicletta
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PADOVA - Quel mattino del 15 giugno Luca (nome di fantasia, ndr), 14 anni, non ci aveva pensato un attimo. Inforcata la sua bici, non si era fatto vedere alle scuole medie di Selvazzano, nella cintura urbana di Padova, dove lo aspettavano amici e professori per la prova di matematica degli esami di terza media. La personale bussola del quattordicenne infatti puntava dritta a Pontremoli, provincia di Massa Carrara, a più di 270 chilometri di distanza da casa. Perché lì, nelle colline della Lunigiana, c’era la ragazza che lui voleva conoscere a tutti i costi e da cui si era deciso di andare. In bicicletta. Con buona pace della distanza tra la provincia padovana e quella di Massa Carrara. Una fuga d’amore d’altri tempi che mischia avventura e romanticismo, conditi dall’incoscienza dell’età. Una storia a lieto fine anche perché la fuga solitaria di Luca, votato - come fosse un ciclista - all’impresa in una tappa del Giro d’Italia, non è andata in porto. A una sessantina di chilometri dal traguardo, nell’abitato di Berceto, in provincia di Parma, il novello Romeo ha dovuto fare i conti con la stanchezza, il freddo e la fame. Per quello ha bussato al bar Da Romano di Berceto. “Erano le 23.30 e ho visto entrare questo ragazzino, sarà stato un metro e quaranta. Era infreddolito e i movimenti erano attenti. Mi aveva chiesto dove poter passare la notte dato  che l’ostello per i pellegrini della via Francigena era chiuso”, racconta Gianluca Begioni, 49 anni, papà di un bimbo di quasi sette anni, titolare del bar Da Romano di Berceto e volontario della Croce Rossa locale del Soccorso Alpino. “Ho però capito subito che non si trattava di un pellegrino: di solito arrivano in paese verso le 17. Non era nemmeno una faccia nota, poi il fatto che fosse solo mi ha insospettito – continua il gestore del locale - C’erano 8 gradi, era sera, ha detto di aver visto la luce e di essere entrato. Gli ho fatto un po’ di domande e mi ha risposto che era parte di un gruppo scout diretto a Pontremoli, anche questa affermazione l’ho trovata strana e inusuale: gli scout si muovo assieme e noi della Croce rossa sappiamo i gruppi che attraversano il territorio. Non ha voluto nulla da bere né da mangiare – spiega Begioni – voleva solo trovare un posto dove passare la notte”.

È stato a quel punto che il volontario della Croce rossa ha giocato la carta di avvertire i genitori del ragazzo. Una mossa che ha messo il giovane in scacco matto. “Si è irrigidito e ha iniziato ad abbassare la testa e indietreggiare – ricorda ancora adesso il gestore del bar –. A quel punto ho capito che aveva combinato qualcosa e che se ne stava rendendo conto. Ho detto che lo avrei accompagnato in un posto dove avrebbe potuto dormire e da lì l’ho convinto a parlare con i carabinieri. All’inizio, dopo alcune domande, ha riattaccato e cercato di scappare. Siamo riusciti a fermarlo e lui stavolta si è lasciato andare, confessando tutto”.

Confessando che aveva conosciuto una ragazza di Pontremoli in chat e che le aveva promesso di raggiungerla. Così per lei aveva saltato l’esame di matematica e senza dire nulla a nessuno si era lanciato nel viaggio d’amore lungo gli Appennini. Solo allora i carabinieri della compagnia di Borgo Val di Taro hanno potuto contattare i colleghi di Padova, che già dal pomeriggio stavano lavorando sulla denuncia di scomparsa fatta dai genitori una volta che la scuola non lo aveva visto arrivare per tutta la mattinata. Come fosse arrivato al bar centrale di Berceto però, Luca non l’ha voluto dire. Possibile che abbia raggiunto la stazione di Ghiare (frazione di Berceto) tra treno e autostop e da lì fosse risalito in bici diretto a Pontremoli. A fermarlo, la notte e una tabella di marca figlia di passione e inesperienza. “Mi fa piacere che la cosa sia risolta bene – conclude il barista - Che una storia simile ora si possa raccontare”. A riportare a casa il quattordicenne ci hanno pensato i suoi genitori, arrivati alla stazione dei carabinieri di Berceto alle 4.30 del 16 giugno. Chi c’era racconta di un grande abbraccio. Come dopo una fuga solitaria sulle due ruote.
Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 17:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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