PORDENONE La Procura non ha ancora chiuso l'inchiesta sulla presunta frode in commercio dei vini Doc e Igp. L'elenco degli indagati, però, sta già circolando...
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LA SCOPERTALa maggior parte degli indagati ha scoperto di essere coinvolta nell'inchiesta con una telefonata, via mail o WhatsApp. Immediate le telefonate agli avvocati. Qualcuno non ha gradito che i nomi fossero stati pubblicizzati nonostante il decreto di conclusione delle indagini sia ancora in fase di elaborazione. Tra questi vi è un cliente dell'avvocato udinese Piergiorgio Bertoli, che attraverso il consulente a cui si è affidato, Edi Sanson, ha depositato una segnalazione in Procura. «Il nostro cliente si è spaventato, era convinto di essere in regola - spiega il consulente - Non gli è mai stato notificato nulla e non è mai stato sottoposto a perquisizione. La lista l'ha ricevuta via mail, come tanti altri, un iter decisamente anomalo».
L'INDAGINEL'attività di Nas e Icqr si era concentrata sulla vendemmia 2018. Dopo le perquisizioni dello scorso gennaio, che avevano coinvolto 45 indagati, la Procura aveva ottenuto il sequestro preventivo di 300mila ettolitri di vino prodotti, secondo quanto emerso dagli accertamenti, in violazione ai disciplinari Doc e Igp. Il sospetto è che la produzione 2018 - dal Prosecco al Pinot Grigio, dai Doc Delle Venezie ai Doc Grave Friuli e Doc Fvg, Igt Trevenezie e Igt Venezia Giulia - sia stata commercializzata con false certificazioni e che la Cantina avesse ideato un meccanismo per utilizzare il vino in esubero nelle produzioni certificate, anzichè declassarlo in vino generico. Successivamente 102.490 ettolitri sono stati dissequestrati per essere etichettati come vino pregiato. Di quei 300.000 sono stati ritenuti regolari sulla carta 130.000. I restanti vini sono stati declassati e circa 5.000 ettolitri sono stati avviati alla distillazione. Gli ultimi 25.000 ettolitri sono stati dissequestrati due settimane fa.
Cristina Antonutti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino