Importate 200mila mascherine chirurgiche fuori regola, denunciato amministratore di una società polesana

L'operazione era avvenuta nel periodo d i piena emergenza Covid e la fornitura era stata consegnata a enti pubblici. L'imprenditore e la società accusati di frode in commercio

Import di mascherine chirurgiche fuori regola, scatta la denuncia (foto di repertorio)
ROVIGO - Nel periodo di piena emergenza Covid la fornitura di 200 mila mascherine chirurgiche e di altri presidi medici era stata viziata da procedure e certificazioni non...

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ROVIGO - Nel periodo di piena emergenza Covid la fornitura di 200 mila mascherine chirurgiche e di altri presidi medici era stata viziata da procedure e certificazioni non regolari. A questa conclusione i finanzieri di Rovigo sono giunti dopo un’indagine complessa, durata diversi mesi. La Gdf alla fine ha denunciato il rappresentante legale di un’azienda operante nel Polesine per frode in commercio. 

Gli accertamenti dei militari sono iniziati a seguito dell’esame di alcune banche dati, dalle quali era emerso il sospetto di irregolarità nell’importazione di mascherine chirurgiche da parte di un’azienda. Dalla documentazione acquisita, anche dagli uffici doganali che hanno collaborato, è stato possibile rilevare, secondo i finanzieri, che erano state importate quasi 200.000 mascherine chirurgiche e dispositivi medici secondo procedure irregolari.
Le norme del periodo di emergenza prevedevano un sistema di certificazioni riguardanti il marchio Ce che consentivano di  immettere rapidamente in commercio, in deroga alle ordinarie procedure, dispositivi medici necessari a  fronteggiare la situazione sanitaria.

Gli accertamenti svolti hanno, invece, fatto emergere la circostanza che un lotto era accompagnato da un certificato di conformità del prodotto non valido e, in un altro caso, la certificazione esibita era rilasciata da soggetto non idoneo a farlo sul territorio europeo.

Fatte tutte le ricostruzioni contabili e dopo aver interessato gli enti certificatori, sono stati ricostruiti i passaggi commerciali rilevando che, nel 2020, la società aveva distribuito alcuni dei lotti dei dispositivi importati pur essendo essi privi delle prescritte certificazioni e autorizzazioni. Così circa 200.000 dispositivi sono stati illegittimamente ceduti a enti pubblici o a soggetti che esercitano servizi pubblici essenziali e, per tali motivi, ll’amministratore è stato denunciato. Anche la società di appartenenza dovra rispondere in via pecuniaria della condotta illecita del proprio  amministratore.

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Il Gazzettino