Frode fiscale nel tessile, riciclano 380mila euro attraverso il ristorante cinese: 3 complici nei guai

Frode fiscale nel tessile, riciclano 380mila euro attraverso il ristorante cinese: 3 complici nei guai
PADOVA/TREVISO - Tre cinesi sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Treviso per aver riciclato 382.000 euro, provenienti da una frode fiscale nel settore tessile. Le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA/TREVISO - Tre cinesi sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Treviso per aver riciclato 382.000 euro, provenienti da una frode fiscale nel settore tessile. Le indagini nascono dagli sviluppi dell' operazione "Il sarto", conclusasi nell'ottobre 2019 con l'arresto dell'autore della frode, realizzata mediante l'utilizzo di false fatture per circa 6 milioni di euro. Gli approfondimenti successivi hanno permesso di accertare che i tre indagati si sono adoperati per consentire al dominus della frode fiscale di rientrare in possesso del denaro derivante dal meccanismo fraudolento finalizzato all'evasione delle imposte.

I finanzieri hanno accertato che due dei tre indagati, gestori di un ristorante di cucina orientale a Galliera Veneta (Padova), dopo aver ricevuto bonifici da parte di alcune imprese «cartiere» coinvolte nella frode, hanno consegnato in contanti alla moglie del principale indagato somme di denaro provenienti dalla loro attività di ristorazione, «ripulendo» così il denaro derivante dagli illeciti fiscali. La «commissione» che veniva riconosciuta ai due ristoratori cinesi era di 150 euro per ogni consegna  (dell'importo singolo di 10 mila euro), che avveniva sistematicamente all'interno del ristorante negli orari di chiusura. I due ristoratori e la moglie dell'arrestato, erano finiti in carcere. Ai tre sono state inoltre contestate le sanzioni amministrative in materia di antiriciclaggio, per un importo che potrà superare il milione di euro. L'indagato principale, intanto, ha già patteggiato presso il Tribunale di Treviso la pena di 3 anni di reclusione. 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino