BORSO DEL GRAPPA - Ambulante di Borso del Grappa muore schiacciato dal furgone che stava caricando per andare al mercato per colpa di un freno a mano difettoso. La vittima...
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I fatti sono accaduti quando il borgo era ancora avvolto dall'oscurità: Dario, svedese di nascita ma da genitori del posto, si era alzato come ogni giorno per recarsi al mercato ambulante di Pieve Tesino, in provincia di Trento. «Ha preso il furgone dal garage -racconta il fratello Mirko- poi ha attraversato la strada e l'ha lasciato dall'altra parte della strada sulla rampa di quel piccolo sentiero. Questo per caricarlo di forme di formaggio e di altri generi alimentari senza intralciare la strada principale». Operazioni che Gasparin faceva ogni mattina da anni e quasi sempre da solo anche perché la moglie Marina avrebbe accompagnato poco dopo il figlio a scuola. «Una volta caricato il furgone Dario lo chiudeva e poi partiva alla volta del mercato di turno -continua il fratello- Così è stato anche ieri mattina. Ma quando l'ambulante si è spostato sul retro per chiudere il portellone, il furgone ha iniziato a muoversi: «Si trovava in leggera pendenza ed era sistemato a ridosso di un muretto. Mio fratello è rimasto sorpreso e non aveva spazio per tirarsi fuori dai guai. Probabilmente ha ceduto il freno a mano o forse si era scordato di metterlo, non so cosa sia successo». Fatto sta che l'uomo è rimasto intrappolato fra il retro del furgone e il muretto e il peso del messo lo ha schiacciato.
TRAPPOLA MORTALE La morte non sarebbe giunta subito e l'uomo deve aver tentato di tutto per divincolarsi e chiamare aiuto ma a quell'ora, in un borgo peraltro così isolato, nessuno poteva sentirlo. Neppure la moglie che è stata svegliata dal trambusto solo alcuni minuti dopo, quando degli automobilisti hanno visto quel furgone fermo in una posizione anomala, con i fari accesi e appoggiato al muretto. Si sono fermati a controllare e hanno trovato l'uomo dando l'allarme. Marina si è precipitata giù solo per assistere in prima persona alla tragedia ormai compiuta. Nè l'arrivo del Suem è servito per strappare Dario al suo destino. Completati gli accertamenti di rito il furgone è poi stato rimosso e ricoverato nello stesso garage da cui il 67enne l'aveva prelevato. Una manovra semplice, che doveva aprire una giornata di lavoro. La fine invece è arrivata nel modo più cruento e imprevisto.
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Il Gazzettino