FREGONA - «Mi ricordo di aver superato la villa, poi più nulla». Il 76enne che era alla guida della sua Fiat 500 X non sa darsi pace per quanto accaduto ieri...
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«Mio padre è disperato per quanto accaduto, non si da pace», spiegava a poche ore dai fatti la figlia Tiziana, giunta a Fregona per avere aggiornamenti sulle condizioni del piccolo. Il suo viso solcato dalle lacrime esprimeva tutta la preoccupazione per quel bambino rimasto ferito. «Mio papà si ricorda della villa, poi deve aver perso i sensi perché ha un completo vuoto, non ricorda nulla prosegue la signora Tiziana -. Ha ripreso coscienza solo dopo l'impatto. Il poliziotto che gli ha parlato, cercando di interrogarlo per capire cosa fosse successo, mi ha detto che mio padre era confuso». Mai prima d'oggi il 76enne era stato colto da un malore simile. Dopo aver sfondato recinzione e siepe ed aver investito il bambino che stava giocando nel suo giardino di casa, l'anziano è rimasto in auto circondato dagli airbag scoppiati a seguito del violento impatto. «Si vedeva che era confuso, non diceva nulla. È rimasto dentro alla sua 500 per una ventina di minuti testimonia una persona che era presente nei momenti dei soccorsi -. Poi anche lui è stato caricato in ambulanza». Soccorso dal 118, il 76enne è stato quindi trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Vittorio Veneto e qui sottoposto a tutti gli accertamenti medici del caso.
LA DISPERAZIONE«Ora sarà visitato anche da un neurologo spiegava ieri pomeriggio, a poche ore dall'incidente, la figlia Tiziana -. Gli ho spiegato quanto è accaduto, del bambino che ha investito e ora è disperato». L'uomo non sa darsi pace. Non ricorda nulla di quanto si è consumato in quei pochi secondi, quando la sua auto ha percorso poche decine di metri senza controllo. «Se anziché salire in questo punto del marciapiede, l'auto fosse stata sessanta centimetri più a destra, avrebbe centrato un muretto e finito qui la sua corsa diceva ieri la figlia Tiziana -. Se si fosse schiantato su questo muretto, non sarebbe successo niente a quel povero bambino».
C.B. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino