ROVIGO - I frati Cappuccini di Rovigo lasceranno il capoluogo, ma i servizi che mettono a disposizione dei più fragili non verranno sospesi: la mensa, per esempio, che ogni...
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IL VUOTO URBANO
Anche la diocesi di Adria e Rovigo, come il Comune, sta seguendo la vicenda ed è proprio dal dialogo tra Gaffeo e il vescovo Pierantonio Pavanello, secondo quanto riferisce lo stesso primo cittadino, che è emersa la volontà di continuare a fornire il servizio mensa per i poveri anche grazie all’impegno della Caritas diocesana. Diverso, invece, è il discorso per l’imponente complesso immobiliare che comprende il convento, il seminario e la chiesa dei Cappuccini che una volta terminato il trasferimento dei frati a Lendinara, rischia di restare vuoto e inutilizzato a lungo.
«Si tratta di un complesso appartenente a un patrimonio autonomo così come autonoma è la sua gestione», sottolinea il sindaco, per ribadire che l’immobile non è riconducibile al Comune, ma non è detto che il futuro siano la chiusura e l’abbandono. «Ci sono varie possibili soluzioni - prosegue Gaffeo – che però implicano la necessità di trovare degli investitori privati. “Privati” in senso lato. Inoltre è un posto grande che necessita di idee per essere riutilizzato».
L’ESEMPIO
Servono idee e investimenti, dunque, ma un modello da seguire e al quale ispirarsi c’è. Si tratta dell’ex convento che i frati di Terzolas, in provincia di Trento, hanno affidato alla cooperativa sociale Il Sole. Questo passaggio è avvenuto tra il 2019 e il 2020. Da allora la struttura, rimodernata e ristrutturata, è diventata un gioiello di accoglienza, anche turistica, nel cuore della Val di Sole, adiacente alla Val di Non, vicino a Malè. «Il vecchio convento - prosegue Gaffeo - è rinato sotto la gestione della cooperativa. Lo utilizza per fini sociali, ma è in grado di autofinanziarsi grazie ad attività come l’ospitalità turistica e il catering».
Lo stesso si potrebbe prospettare per il convento di Rovigo prossimo alla chiusura «grazie all’apporto di forze vive del territorio - riprende il sindaco - con una certa esperienza. So che ci sono varie ipotesi allo studio e siamo stati coinvolti per conoscenza. Mi sono state rappresentate, infatti, delle soluzioni che vanno nel senso giusto, ma che richiedono delle spalle grosse per la gestione, oltre a una idea sia sociale che imprenditoriale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino