Frati Cappuccini via da Rovigo, un futuro “sociale” per la struttura

Mercoledì 22 Marzo 2023 di Elisa Barion
Il seminario dei frati cappuccini a Rovigo

ROVIGO - I frati Cappuccini di Rovigo lasceranno il capoluogo, ma i servizi che mettono a disposizione dei più fragili non verranno sospesi: la mensa, per esempio, che ogni giorno consente alle persone in difficoltà di accedere a un pasto caldo, continuerà a essere operativa. In un’altra sede, ma continuerà a funzionare. A dirlo è il sindaco Edoardo Gaffeo che esprime il rammarico per la perdita cui la città sta andando incontro. «Sono dispiaciuto - commenta - perché i frati a Rovigo sono una presenza storica. Io stesso ho personalmente frequentato il luogo con i miei ragazzi. Entrambi i miei figli, infatti, per più di qualche anno hanno partecipato ai campi estivi organizzati a Posina. Ricordo quell’esperienza come delle giornate di festa. D’altro canto, però, la scelta di dismettere il convento non dipende dall’amministrazione, ma siamo in contatto con le altre istituzioni coinvolte per dare continuità ai servizi offerti dai frati, come la mensa».

IL VUOTO URBANO
Anche la diocesi di Adria e Rovigo, come il Comune, sta seguendo la vicenda ed è proprio dal dialogo tra Gaffeo e il vescovo Pierantonio Pavanello, secondo quanto riferisce lo stesso primo cittadino, che è emersa la volontà di continuare a fornire il servizio mensa per i poveri anche grazie all’impegno della Caritas diocesana. Diverso, invece, è il discorso per l’imponente complesso immobiliare che comprende il convento, il seminario e la chiesa dei Cappuccini che una volta terminato il trasferimento dei frati a Lendinara, rischia di restare vuoto e inutilizzato a lungo.
«Si tratta di un complesso appartenente a un patrimonio autonomo così come autonoma è la sua gestione», sottolinea il sindaco, per ribadire che l’immobile non è riconducibile al Comune, ma non è detto che il futuro siano la chiusura e l’abbandono. «Ci sono varie possibili soluzioni - prosegue Gaffeo – che però implicano la necessità di trovare degli investitori privati. “Privati” in senso lato. Inoltre è un posto grande che necessita di idee per essere riutilizzato».

L’ESEMPIO
Servono idee e investimenti, dunque, ma un modello da seguire e al quale ispirarsi c’è. Si tratta dell’ex convento che i frati di Terzolas, in provincia di Trento, hanno affidato alla cooperativa sociale Il Sole. Questo passaggio è avvenuto tra il 2019 e il 2020. Da allora la struttura, rimodernata e ristrutturata, è diventata un gioiello di accoglienza, anche turistica, nel cuore della Val di Sole, adiacente alla Val di Non, vicino a Malè. «Il vecchio convento - prosegue Gaffeo - è rinato sotto la gestione della cooperativa. Lo utilizza per fini sociali, ma è in grado di autofinanziarsi grazie ad attività come l’ospitalità turistica e il catering».
Lo stesso si potrebbe prospettare per il convento di Rovigo prossimo alla chiusura «grazie all’apporto di forze vive del territorio - riprende il sindaco - con una certa esperienza.

So che ci sono varie ipotesi allo studio e siamo stati coinvolti per conoscenza. Mi sono state rappresentate, infatti, delle soluzioni che vanno nel senso giusto, ma che richiedono delle spalle grosse per la gestione, oltre a una idea sia sociale che imprenditoriale».

Ultimo aggiornamento: 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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