Scatta foto pedo-porno alla figlia e le vende online: condannato, ma va ai domiciliari

Papà pedofilo
FRASSINELLE  - Confermata in Appello la condanna a 4 anni e 8 mesi per il 39enne genitore che ha scattato una decina di foto alla figlia (5 anni) nuda e in pose sessualmente...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FRASSINELLE  - Confermata in Appello la condanna a 4 anni e 8 mesi per il 39enne genitore che ha scattato una decina di foto alla figlia (5 anni) nuda e in pose sessualmente esplicite, e le ha inoltrate a un gruppo online per ottenere così un accreditamento e il conseguente invio di immagini e filmati, sempre di natura pedo-pornografica. L'uomo, un operaio di Frassinelle Polesine, è finito nelle maglie della Polizia Postale di Perugia, che nel 2014 ha scoperchiato lo squallido giro ed è risalita a lui proprio tramite una foto della figlia, trovata nel cellulare di un presunto pedofilo campano.


Per il papà nel febbraio 2015 scattò l'arresto per etenzione di materiale pedopornografico: nei suoi pc e cellulare erano stati trovati oltre un centinaio file di bambini con adulti in atteggiamenti inequivocabili. Già di fronte al giudice  aveva fatto alcune parziali ammissioni, confessando anche di aver fotografato la propria figlia e dichiarandosi profondamente pentito, ha ottenuto il rito abbreviato. La bimba, che è stata seguita da una struttura specializzata, non ha subito violenze sessuali, ma quando è stata ascoltata e ha parlato di «cose brutte». Lo scorso aprile la sentenza di primo grado: il pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi, ma il gip, riconoscendo alcune attenuanti, lo ha condannato a 4 anni e 8 mesi, oltre al pagamento di una multa di 13mila euro e a un indennizzo di 50mila euro alla figlia, costituitasi parte civile tramite la madre, ex moglie dell'imputato. Ieri, sempre a Venezia, l'Aappello, che ha confermato il primo verdetto. La difesa ha ottenuto i domiciliari nella casa dei genitori e il divieto di avvicinamento all'ex moglie e alla figlia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino