OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SPRESIANO La carta d’identità valida per l’espatrio. Scaduta da due anni e rinnovata, guarda caso, il giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Anica. Segno, per gli inquirenti, che Franco Battaggia stava già pensando alla fuga. E in questi mesi di inchiesta il 77enne avrebbe mosso altre pedine per tenersi aperta questa possibilità. Del resto lui è un esperto di evasioni e latitanze, tanto da essersi meritato il soprannome di “primula rossa” del Nord Est. Il pericolo di fuga era concreto, secondo il pm, che martedì lo ha fatto arrestare con un provvedimento urgente. L’indizio documentale che corrobora il proposito di fuga è la carta d’identità, valida per l’espatrio rinnovata dal “re del pesce” con un tempismo quanto mai sospetto. Il documento era scaduto nel 2021 eppure il proprietario non se ne era mai curato. Fino al 22 maggio, quando il corpo della 30enne è riaffiorato da un isolotto sul Piave. Dove lui, secondo l’accusa, l’aveva gettato simulando un suicidio per annegamento. E dove, peraltro, il frame di una telecamera installata lungo il Piave, vicino al luogo del ritrovamento, attesterebbe la presenza del 77enne proprio il giorno della scomparsa della vittima. Un altro indizio importante del puzzle. Tornando alla carta di identità: è una delle spie indicatrici dell’intenzione di fuga, secondo gli investigatori. L’altro elemento da considerare è il profilo criminale di Battaggia.
CURRICULUM CRIMINALE
Il 77enne, veneziano d’origine e trevigiano di adozione, ha alle spalle un altro omicidio per vendetta, due evasioni e due latitanze in Sudamerica.
IL QUADRO
Battaggia è stato fin da subito il sospettato numero uno dell’omicidio di Anica Panfile, sua ex dipendente nella pescheria “El Tiburon”. «In questi mesi di indagine abbiamo raccolto gravi, precisi e concordanti elementi indiziari nei confronti dell’indagato, corroborati dalle risultanze della consulenza medico-legale» ha affermato il procuratore Marco Martani. La relazione autoptica finale sul corpo della 30enne, depositata nei giorni scorsi, era il tassello mancante per chiudere il cerchio sul 77enne. A suo carico una serie di indizi: l’uomo è stato l’ultimo ad averla vista viva il giorno dell’omicidio; a casa sua i Ris hanno trovato tracce biologiche della vittima e anche una micro-traccia di sangue. C’è poi il frame della telecamera.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino