I geologi: «Quella frana si sta sgretolando, il versante collasserà»

La frana di Schiucaz sta per collassare
BELLUNO - La frana di Schiucaz sta per collassare. Potrebbe essere già accaduto stanotte o comunque accadrà entro breve. Ne sono certi i geologi che stanno studiando...

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BELLUNO - La frana di Schiucaz sta per collassare. Potrebbe essere già accaduto stanotte o comunque accadrà entro breve. Ne sono certi i geologi che stanno studiando il movimento verso il basso dei 6mila metri cubi di roccia e fango che incombono sull'abitato in comune di Alpago, premendo sul muretto di contenimento della sp 5 di Lamosano.


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Luca Salti (geologo incaricato da Veneto Strade) ieri sera era molto preoccupato. «È un castello che si sta sgretolando - spiegava ieri sera il geologo, dopo l'ultimo sopralluogo - mentre ero lì continuavano a esserci crolli. Il collasso potrebbe avvenire anche stanotte». Subito annullate le operazioni di recupero beni per i residenti, che  erano state fissate per oggi dalle 14, con i vigili del fuoco. Ma oggi alle 14 Schiucaz potrebbe non esserci più nulla da recuperare.
LA GIORNATAIeri a Schiucaz sono rimasti in presidio gli agenti della polizia locale dell'Alpago, con la protezione civile. La notte vengono accesi le torri-faro che illuminano la frana e entrano in azione anche i carabinieri per il servizio anti-sciacallaggio disposto dalla Prefettura. Proprio oggi a palazzo dei Rettori è prevista una riunione per decidere come procedere in questo controllo. Ieri da Schiucaz arrivavano solo i versi degli animali rimasti nel paese: i 9 asini dell'azienda agricola De Pizzol, rimasti nel recinto, e si udiva anche l'abbaiare di un cane. Due gatti e un altro cane erano stati portati via di fretta lunedì mattina.
IL MOVIMENTOLa pioggia di ieri ha dato l'accelerazione che di certo non serviva alla frana. «Oggi si è spaccata anche l'altra tavola messa ieri e la frana si è spostata di 12 centimetri a monte- spiegava ieri sera il consigliere provinciale alla protezione civile, Massimo Bortoluzzi -. È evidente che spinge forte anche sotto e il destino è quello di venir giù. Speriamo venga giù a blocchi e che non vi sia un collasso totale di tutto il versante». «Ha dato segni importanti di movimento - spiegava ieri sera il geologo Salti -, soprattutto parte centrale, quella che prima teneva, adesso si sta sgretolando e fisicamente è prossima a rovesciare. Resta da capire se verrà giù tutta insieme o un po' per volta. Certo ha delle velocità considerevoli: la frattura che ieri si era appena accennata a destra, guardandola dal basso, si è aperta di due metri e dalla parete continuano a staccarsi materiali. Mentre ero lì continuavano a esserci crolli. In particolare nella parte alta si è mossa tanto: si è abbassata di due metri, e lì c'è una voragine». «Il fenomeno è prossimo al collasso - conferma il geologo del Comune Tiziano Padovan -: ci sono stati distacchi rocciosi importanti. Il muro di Veneto strade ha iniziato cedere e la crepa si è aperta. Se i tiranti cedono di botta collassa l'intero versante, se invece i tiranti riescono a sopperire ancor un po' a questo sforzo, può essere che si distacchi dalla parte centrale e venga giù un quantitativo minore dell'ordine di 2-3mila metri cubi. Insomma che si spacchi a metà». E questo, per quanto grave, sarebbe lo scenario da auspicare. 

LA VICINANZAMa non si sa cosa accadrà alle case sottostanti: 10 delle 15 abitazioni totali potrebbero essere coinvolte. Ma che tipo di danni avranno? «Oggi ho incontrato un po' di gente- spiega il consigliere Bortoluzzi - vogliano la vicinanza, vogliono capire cosa succede. Capisco il nervosismo di queste persone, e gli siamo vicini». Anche il sindaco di Alpago, Umberto Soccal, ieri con un comunicato ha sottolineato l'impegno in prima fila dell'amministrazione in questa emergenza: «Non ci tiriamo certo indietro, anche se le competenze sulla frana e la gestione della viabilità della strada provinciale non sono direttamente in capo al Comune di Alpago. Abbiamo attivato il Centro Operativo Comunale subito dopo la notizia del movimento franoso. Siamo costantemente vicini agli abitanti sfollati di Schiucaz, di cui comprendiamo lo sconforto. La loro incolumità e sicurezza personale erano e rimangono le priorità principali, anche nell'ottica delle scelte future».
Olivia Bonetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino