Quando, mercoledì mattina, ha aperto i balconi di casa, si è accorta che il suo giardino non c’era più: era stato inghiottito dal maltempo. Metri cubi...
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La giovane donna, al mattino, non ha potuto credere ai propri occhi e terrorizzata ha contattato il sindaco Vincenzo Sacchet. «Il terreno è letteralmente scivolato giù, interessando un’area di circa 500 metri quadrati a 4 metri dalla casa – testimonia Sacchet dopo il sopralluogo - Ho segnalato subito l’accaduto ai Servizi Forestali, al Genio Civile, al Dipartimento difesa del suolo della Regione e anche alla Provincia che, giovedì mattina, sono arrivati per un primo sopralluogo, per capire la problematica e le competenze».
I TIMORI
Esterrefatta e sconvolta la giovane donna che abita in questa casa. Se il cedimento di terreno fosse avvenuto di giorno, quando qualcuno si trovava in giardino, o se fosse stato più vicino alla casa, le conseguenze sarebbero potute essere ben diverse. A parte il dissesto, non si registrano danni a cose o persone e ad oggi l’abitazione rimane agibile. In attesa di un intervento, la frana è stata ricoperta con dei teli, così da limitare eventuali nuovi crolli in occasione delle piogge annunciate per i prossimi giorni. «Mai avuto alcuna avvisaglia prima - conferma il sindaco Sacchet -, abbiamo interessato anche un geologo e ora tutte le analisi sono in corso».
L’ALTRO EPISODIO
Sempre il maltempo di martedì ha innescato una frana a lato della chiesetta di San Isidoro, in località Pecol, ad Arfanta di Tarzo. «Qui – racconta il primo cittadino – il terreno era già segnato e le ultime piogge hanno peggiorato la situazione. La chiesa pare non essere in pericolo, ma serve un intervento di messa in sicurezza del terreno. Per questo, in accordo con la parrocchia, abbiamo preferito chiudere ai fedeli la chiesetta che, in questo mese di maggio, ospitava il rosario». Il terreno, a pochi metri dal muro della chiesa, sta per cedere verso valle. «Il terreno sta scivolando giù e i Servizi Forestali lo stanno monitorando» conferma Sacchet.
Il maltempo, dunque, non ha solo fatto esondare i laghi di Tarzo e di Revine Lago, con conseguenti disagi anche legati al proliferare delle zanzare, ma ha anche lasciato delle ferite in un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino