MESTRE - Quanta gente in centro Mestre. Una piazza Ferretto gremita (e ben poco “distanziata”) quella che inaugura il primo sabato con la nuova ordinanza firmata Luca...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MESTRE - Quanta gente in centro Mestre. Una piazza Ferretto gremita (e ben poco “distanziata”) quella che inaugura il primo sabato con la nuova ordinanza firmata Luca Zaia. Ma anche a Venezia, a Rialto, in campo Bella Vienna e nelle zone dell’aperitivo, ieri c’è stata una calca incredibile, segnalata da tanti cittadini, con ragazzi in piedi o ai tavoli, spesso senza mascherina. La Polizia Municipale aveva predisposto un piano di controlli con agenti a presidio delle aree più frequentate; piano che ha consentito tra l’altro di intervenire con rapidità nella maxi rissa scatenatisi verso le 18 (foto scattata e postata da Massimiliano Zane).
Le restrizioni della zona “gialla plus”, che termineranno a metà gennaio, sembrano confondere (in buona compagnia con le norme nazionali) diverse categorie, dai commercianti ai consumatori: «Sono necessarie, ma troppe, e mutano di continuo», si sente ripetere. Alcuni bar, per esempio, sono convinti che dalle 11, una volta terminati i posti a sedere, si debbano mandare via i nuovi clienti, impossibilitati a rimanere in piedi al banco. Altri dicono «”no”, dobbiamo solo dare priorità ai posti a sedere, poi, una volta occupati tutti, possiamo tenere i nuovi avventori ben distanziati».
Un bar della piazza riporta in diretta la versione del professionista: «Mi ha appena telefonato mio marito - rivela la titolare - e mi ha detto che per il commercialista un caffettino volante al banco lo possiamo servire». La verità? La verità è che cambia pochino rispetto a prima, e nessuno manda via nessuno, per lo meno fino alle 3 del pomeriggio. Dalle 11 alle 15, infatti, se sono finiti i posti a sedere, oppure se nel locale non ci sono proprio, si può servire il caffè in piedi, ma con puntale distanziamento. La differenza? La differenza è che si devono occupare in modo prioritario i tavoli. Un esempio negativo? Una pasticceria del centro (ma non è l’unica) alle 11.20 aveva molti clienti al banco a fronte di tavolini ancora liberi. Dalle 15 fino alla chiusura, invece, le cose in effetti cambiano, concretizzando i timori di alcuni proprietari che, in quella fascia oraria, devono necessariamente accogliere solo clienti che trovano posto a sedere. Ad ogni modo, in giro per il centro città, la misura che sembra veramente più difficile da comprendere, oppure da mettere in pratica, è l’obbligo di abbassare la mascherina solo per consumare, rimettendola a protezione di naso e bocca subito dopo. Molti, infatti, trovandosi ancora davanti a sé, ad esempio, la tazzina del caffè o il piattino del tramezzino vuoti, difficilmente riescono a pensare di riposizionare correttamente una protezione tolta magari solo qualche secondo prima. Un’altra norma in vigore riguarda i mercati.
Alla struttura coperta di via Fapanni le zone perimetrate si notano, certo, ma non tutte le postazioni di vendita ne sono provviste. E poi persone, moltissime persone, senza alcun distanziamento tra loro, per lo meno in fase dinamica. «Non è il modo giusto di controllare il Covid», urla un signore all’ingresso, rivolgendosi agli addetti alla sicurezza e alle forze dell’ordine, tutti adeguatamente presenti e solerti nel dirigere il traffico pedonale del mercato, ma non sempre con successo.
E ancora l’attività sportiva, che andrebbe svolta solo nei parchi e nelle aree rurali, mentre un giovane felice fa jogging in via Palazzo, munito di mascherina e di rischio ipossia.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino