Foibe, muore a 99 anni Comand, ultimo testimone del recupero dei cadaveri

La Foiba di Basovizza
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LATISANA - Giuseppe Comand è morto. Si è spento oggi 4 gennaio in casa sua, a Latisana, all'età di quasi 100 anni, che avrebbe compiuti a giugno, Giuseppe Comand, l'ultimo testimone vivente del recupero dalle foibe dei cadaveri degli italiani uccisi dai partigiani di Tito alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in Istria. 


IL GOVERNATORE MASSIMILIANO FEDRIGA
«La scomparsa alla soglia dei cent'anni di Giuseppe Comand, ultimo testimone oculare del recupero degli infoibati in Istria, desta commozione e ci ammonisce a preservare nella comunità regionale e internazionale quella memoria che abbandona la vita delle persone». Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, esprimendo in una nota il proprio cordoglio per la scomparsa a Latisana (Udine) di Giuseppe Comand, ultimo testimone oculare del recupero degli infoibati in Istria. «Rivolgo le più sentite condoglianze ai familiari di un uomo stimato che ha saputo affrontare con senso del dovere e lucidità uno dei più esecrabili orrori del comunismo titino». «È nostro compito ora - ha concluso il governatore - mantenere la lanterna accesa sui fatti certificati dai testimoni della storia perché pagine come quelle vissute da Comand possano essere conosciute dalle giovani generazioni per non essere mai più scritte».

DEBORA SERRACCHIANI

«Con la scomparsa di Giuseppe Comand perdiamo la memoria e la testimonianza diretta di quel che fu l'orrore delle foibe, e di quale pietosa opera si fecero carico coloro che riportarono alla luce i corpi straziati». Lo afferma la deputata Pd Debora Serracchiani, esprimendo il suo cordoglio per la morte, a Latisana (Udine), del commendator Giuseppe Comand, ultimo testimone oculare del recupero degli infoibati in Istria. Appartenente all'11ø Reggimento Genio di Udine, Comand nel 1943 fu aggregato ai pompieri di Pola, impegnati in questo compito sotto il comando del maresciallo Arnaldo Harzarich. «Prendiamo esempio - scrive Serracchiani in una nota - dalla lucida compostezza con cui Comand ha rievocato quasi fino all'ultimo le sue esperienze, e affidiamo alle Istituzioni il dovere del Ricordo affinché questo brano della storia d'Italia sia conosciuto e compianto». Rivolgendo «sentimenti di vicinanza e gratitudine alla famiglia e alle associazioni degli Esuli, che hanno contribuito a tenere accesa la fiammella della memoria», Serracchiani ha poi aggiunto: « Comand è stato un uomo che, anche al di là delle esperienze vissute in Istria, ha saputo essere sempre operoso e utile alla sua comunità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino