UDINE - Vandalizzata con una scritta ingiuriosa la tabella che riporta la denominazione del parco Vittime delle Foibe a Udine, in via Bertaldia. Dal sindaco del capoluogo...
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«Evidentemente - aggiunge il prino cittadino - la chiarezza fatta negli ultimi anni sulla tragica pagina delle foibe, dopo decenni in cui si è dato spazio solo ed esclusivamente a una storiografia di matrice ideologica e tesa alla mistificazione e al negazionismo di quanto accaduto, non è ancora sufficiente. Finché ci saranno studiosi e storici disposti a sacrificare la realtà dei fatti sull’altare dell’appartenenza politica, per esempio facendo passare l’idea che gli infoibati fossero tutti fascisti, non ci sarà memoria e qualche ignorante si sentirà legittimato a compiere gesti come quello di oggi». Non è la prima volta che i vandali colpiscono in quell'area: tempo addietro vennero sradicate piante ornamentali e corone e in seguito un muro fu imbrattato con una scritta. «Nell’augurarmi che prima o poi si riescano a raggiungere equilibrio e serenità nell’interpretazione dei fatti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale al confine orientale, non posso che esprimere la vicinanza mia e dell’amministrazione che rappresento ai parenti di coloro che hanno trovato la morte nelle foibe, la cui memoria va difesa senza compromessi», conclude Fontanini.
«La tragedia delle foibe è un monito permanente per le generazioni presenti e future e un patrimonio doloroso che va custodito da tutta la comunità regionale e nazionale». Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. «Suscitano perciò condanna e sdegno - scrive Fedriga in una nota - i gesti che scaturiscono dall'ignoranza della storia o che, come nel caso degli atti vandalici perpetrati la notte scorsa nel parco di Udine, traducono la stupidità in violenza». «Osservare il rispetto, alimentare il ricordo e stimolare lo studio delle vicende sconvolgenti del secolo passato è ciò a cui siamo chiamati, cittadini e istituzioni, per scongiurare un atteggiamento passivo rispetto ai trascorsi più duri della nostra storia e per dare un senso al martirio degli innocenti che furono travolti dalla cieca violenza nutrita dall'odio etnico e dal fanatismo ideologico». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino