VITTORIO VENETO (TREVISO) - Il ritorno a Nordest di Sergio Mattarella avrebbe dovuto comprendere anche il Cansiglio, ma problemi di agenda hanno limitato il viaggio a Vittorio...
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LA POLEMICAProprio quella che invece ieri è mancata, nel botta e risposta a distanza con Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso. Al dem, che ha dichiarato di aver apprezzato l'intervento del governatore in quanto «ben poco leghista», Zaia ha replicato in tono piccato: «Lo ritengo un commento offensivo e inopportuno. A casa mia non funziona che quando parli bene non sei leghista e quando parli male sei leghista, perché vuol dire non essere corretti. Queste parole dimostrano solo la voglia di fomentare lo scontro, tornando sempre alle divisioni antiche, come i Flintstones (gli Antenati, ndr.). Preferisco di gran lunga la posizione dell'Anpi, quando dice che la festa della Liberazione non dev'essere l'occasione per mettere in piedi battaglie tra comunisti e fascisti».
Ma qual è il discorso per cui il Pd si è complimentato, scatenando la polemica politica? Dal palco della cerimonia, Zaia ha rammentato «i 54.000 partigiani morti, di cui oltre 6.000 veneti», ma non solo: «Lasciatemi ricordare anche i 6 milioni di ebrei che sono stati trucidati. Lo dico anche pensando alla vena negazionista che gira su Internet, dicendo ai nostri ragazzi che i campi di concentramento non sono mai esistiti e che le leggi razziali sono un'invenzione». Dietro le quinte dell'evento, invece, il governatore ha parlato con Mattarella dei tre principali dossier a cui lavora la Regione: «Il presidente della Repubblica mi ha chiesto dei boschi, gli ho detto che si va avanti bene e l'ho ringraziato per il suo fondamentale impulso. Così come l'ho ringraziato anche per le Olimpiadi: l'endorsement che ha fatto a Belluno ci è servito molto. Poi l'autonomia: Ci dia una mano, gli ho chiesto, pur consapevole del suo ruolo che non è certo di governo. Ma il capo dello Stato conosce bene questa istanza e sa che tecnicamente sta in piedi».
IL NONNOAl termine della giornata trevigiana, il 25 Aprile ha riservato un'emozionante sorpresa a Zaia. Accompagnando il presidente Mattarella al museo della Battaglia, il governatore ha sfogliato l'archivio dei Cavalieri di Vittorio Veneto trovandovi pure il nonno Enrico, classe 1896: «Mi ha pervaso una fortissima emozione. Ricordo ancora quando il nonno Enrico, come tutti i nonni veneti in tutte le famiglie, ci raccontava il dolore, il sangue, la trincea, i sacrifici, la fame, i patimenti... ma anche l'orgoglio e il riscatto. Con quei racconti sono cresciuto e quei racconti mi hanno forgiato alla vita».
A.Pe. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino