La decisione di Zaia: «Basta con i picnic nella foiba del Cansiglio»

Venerdì 26 Aprile 2019
La decisione di Zaia: «Basta con i picnic nella foiba del Cansiglio»
7

VITTORIO VENETO (TREVISO) - Il ritorno a Nordest di Sergio Mattarella avrebbe dovuto comprendere anche il Cansiglio, ma problemi di agenda hanno limitato il viaggio a Vittorio Veneto. A svelare il retroscena è stato ieri Luca Zaia, secondo il quale però «la visita è solo rinviata», anche perché nel frattempo il governatore conta di predisporre un piano per l'altopiano. Un proposito che questa volta non riguarda tanto la foresta da ricostruire dopo la tempesta Vaia, quanto il Bus de la Lum, la cavità carsica che fu trasformata in terribile foiba: «Serve un recupero monumentale di quel sito, è inaccettabile che la gente vada a fare picnic là attorno, oltraggiando la memoria delle vittime». Con ogni probabilità occorrerà coinvolgere anche il Friuli Venezia Giulia, visto che il luogo ricade nel territorio comunale di Caneva, in provincia di Pordenone. Ed è altrettanto prevedibile che il progetto riaccenderà il dibattito sull'inghiottitoio, già teatro del raduno di commemorazione degli infoibati promosso da reduci e simpatizzanti della Rsi, stigmatizzato dall'Anpi con una contro-chiamata ai sostenitori dell'antifascismo. Ma tant'è, Zaia ha affermato di voler comunque raggiungere l'obiettivo: «Quel posto deve essere valorizzato dal  punto di vista dell'architettura e della visita, ponendo una questione di rispetto. L'odore delle costicine o l'abbandono dei rifiuti non possono più essere accettati. Ne parlerò con i miei uffici e soprattutto con Veneto Agricoltura, occorre un minimo di recupero, Soprintendenza permettendo. Sono convinto che il Bus de la Lum meriti la visita delle scolaresche, per insegnare loro il rispetto e la democrazia, perciò deve diventare il nostro monumento alla rappacificazione».
LA POLEMICAProprio quella che invece ieri è mancata, nel botta e risposta a distanza con Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso. Al dem, che ha dichiarato di aver apprezzato l'intervento del governatore in quanto «ben poco leghista», Zaia ha replicato in tono piccato: «Lo ritengo un commento offensivo e inopportuno. A casa mia non funziona che quando parli bene non sei leghista e quando parli male sei leghista, perché vuol dire non essere corretti. Queste parole dimostrano solo la voglia di fomentare lo scontro, tornando sempre alle divisioni antiche, come i Flintstones (gli Antenati, ndr.). Preferisco di gran lunga la posizione dell'Anpi, quando dice che la festa della Liberazione non dev'essere l'occasione per mettere in piedi battaglie tra comunisti e fascisti».
Ma qual è il discorso per cui il Pd si è complimentato, scatenando la polemica politica? Dal palco della cerimonia, Zaia ha rammentato «i 54.000 partigiani morti, di cui oltre 6.000 veneti», ma non solo: «Lasciatemi ricordare anche i 6 milioni di ebrei che sono stati trucidati. Lo dico anche pensando alla vena negazionista che gira su Internet, dicendo ai nostri ragazzi che i campi di concentramento non sono mai esistiti e che le leggi razziali sono un'invenzione». Dietro le quinte dell'evento, invece, il governatore ha parlato con Mattarella dei tre principali dossier a cui lavora la Regione: «Il presidente della Repubblica mi ha chiesto dei boschi, gli ho detto che si va avanti bene e l'ho ringraziato per il suo fondamentale impulso. Così come l'ho ringraziato anche per le Olimpiadi: l'endorsement che ha fatto a Belluno ci è servito molto. Poi l'autonomia: Ci dia una mano, gli ho chiesto, pur consapevole del suo ruolo che non è certo di governo. Ma il capo dello Stato conosce bene questa istanza e sa che tecnicamente sta in piedi».
IL NONNOAl termine della giornata trevigiana, il 25 Aprile ha riservato un'emozionante sorpresa a Zaia. Accompagnando il presidente Mattarella al museo della Battaglia, il governatore ha sfogliato l'archivio dei Cavalieri di Vittorio Veneto trovandovi pure il nonno Enrico, classe 1896: «Mi ha pervaso una fortissima emozione. Ricordo ancora quando il nonno Enrico, come tutti i nonni veneti in tutte le famiglie, ci raccontava il dolore, il sangue, la trincea, i sacrifici, la fame, i patimenti... ma anche l'orgoglio e il riscatto. Con quei racconti sono cresciuto e quei racconti mi hanno forgiato alla vita».
A.Pe.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci