TREVISO «Nessuno dei richiedenti asilo risultati positivi al coronavirus ha sviluppato i sintomi della malattia. Tutti gli ospiti dell'ex caserma Serena restano...
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Migranti guariti liberi di circolare? Il sindaco insorge: "Alla Cri ci sono ancora positivi, proseguire la quarantena"
Dottor Roberto Rigoli, come procede il monitoraggio sanitario nel centro di accoglienza?
«L'attività è costante. Teniamo sotto controllo in particolare la sintomatologia. E al momento non ci sono preoccupazioni. I primi tre ospiti sono stati trasferiti nell'ospedale di comunità di Vittorio Veneto per motivi precauzionali. Gli altri continuano l'isolamento all'interno dell'ex caserma. Il prossimo screening (il primo dopo l'emersione del focolaio, già previsto per domani, ndr) ci consentirà di fare le prime valutazioni sull'andamento del contagio. E alla fine della quarantena potremo vedere quante persone si sono effettivamente ammalate e quante invece sono rimaste asintomatiche. A livello generale, oggi non vediamo più complicanze severe. Per questo ogni giorno che passa senza che nessuno sviluppi sintomi è un passo in avanti».
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Avete eseguito i tamponi anche sulle persone che hanno avuto contatti stretti con i migranti positivi al di fuori dell'ex Serena?
«Abbiamo controllato in particolare i colleghi di lavoro di quattro aziende. In tutto 53 persone. Tra queste non è emersa alcuna positività. Nelle prossime ore allargheremo i controlli ai supermercati e ai negozi frequentati dai richiedenti asilo. Al momento, comunque, non ci aspettiamo nuove catene di contagi legate all'ex Serena».
Come vengono fatti i controlli?
«I tamponi vengono eseguiti in modo velocissimo. E oggi c'è anche la possibilità di fare il test rapido, in modo da avere una prima risposta nel giro di 7 minuti, per poi procedere con l'approfondimento definitivo con il tampone».
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È previsto uno screening anche per chi abita vicino all'ex Serena?
«Non è necessario. Ci si concentra sui contatti stretti, non su eventuali contatti sporadici».
C'è qualche ipotesi sull'origine del maxi-focolaio? Come ha fatto il Covid-19 a entrare nell'ex caserma?
«Per ora non ci sono ipotesi. Ma sequenzieremo il virus che si è diffuso nell'ex Serena per valutare, a livello genetico, a quale ceppo appartiene. Con il sequenziamento del virus potremo cercare di ricostruire l'origine del focolaio».
Un super-lavoro per il centro di Microbiologia di Treviso, che adesso è diventato riferimento per tutto il Veneto.
«A Treviso ci si concentrerà sull'analisi delle cariche virali. Va chiarito se le persone che presentano cariche virali bassissime siano o meno contagiose. Questo potrebbe anche portare a una differenziazione delle positività. Tutti centri di Microbiologia, comunque, continueranno a lavorare assieme. Come hanno sempre fatto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino