Film su Baracca, la controfigura di Beppe Fiorello in volo: «Ecco come ho fatto rivivere il mito»

Film su Francesco Baracca
VEDELAGO (TREVISO) - Daniele Beltrame ha interpretato Francesco Baracca in volo nel film “I cacciatori del cielo”. E anche il ruolo del meccanico Bartolomeo....

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VEDELAGO (TREVISO) - Daniele Beltrame ha interpretato Francesco Baracca in volo nel film “I cacciatori del cielo”. E anche il ruolo del meccanico Bartolomeo. C’è anche un po’ di Vedelago nell’opera che ripercorre le imprese di Baracca girata nei giorni scorsi fra Nervesa e Istrana e ora approdata a Lugo di Romagna, terra d’origine dell’aviatore. Durante le riprese, ci sono dei momenti in cui l’eroe, in viso, non si vede. Sono quelli in cui vengono registrate le scene sullo Spad XIII, l’asso dell’aviazione che si leva in volo dal campo ai piedi del Montello e da lì sorvola il Piave prima di atterrare. Nella finzione cinematografica il protagonista delle imprese è Beppe Fiorello che impersona Baracca ma, nella realtà quei momenti immortalano alla guida dell’aereo un pilota vero, uno dei punti di riferimento della Jonathan Collection, Daniele Beltrame, aviatore di Vedelago, cui Giancarlo Zanardo, titolare del campo volo, per questioni anagrafiche, ha ceduto la guida del suo gioiello, lo Spad XIII con le insegne di Francesco Baracca, costruito da lui stesso e donato alla Fondazione.


LA STORIA
Un’esperienza cui il pilota, reduce dall’inconsueta parte della controfigura, guarda con il traino della passione travolgente. «Per la verità - ammette Beltrame - ho svolto due ruoli: sia quello di Baracca, sia quello del suo meccanico, Bartolomeo. Anche lui compare nella storia e ottiene proprio da Baracca, con il quale all’inizio aveva un pessimo rapporto, il brevetto di volo, emblema di un rapporto cresciuto nel tempo».


L’ESPERIENZA
E di quel giorno ricorda: «Il mio ruolo è stato appunto quello di volare: la cosa che mi piace di più - spiega - Sono decollato da Nervesa, ho sorvolato il Piave, sono atterrato, facendo fra l’altro tremare tutti in un passaggio a tre metri da terra». E rivela: «Nel film, è stato simulato, a Nervesa, l’aeroporto di Quinto, dato che nel Comune montelliano nel 1918 non c’era e non poteva esserci: sul Piave c’era infatti la linea del fronte».


I RETROSCENA


Per quanto riguarda gli aneddoti della registrazione racconta: «Abbiamo fatto tutto nell’arco di tre giorni. Le vicende in cui Baracca ha trovato la morte si sono svolte in giugno e quindi, nonostante a Nervesa, durante le registrazioni, ci fossero tre gradi, ho volato senza giaccone. Un freddo pazzesco. Per me tutto ciò è stato un divertimento, un gioco. Ho sempre volato, anche se di lavoro fino a qualche tempo fa ero capocantiere edile. Ora, invece, faccio il meccanico di aeroplani». E, dopo le riprese, a tutto Daniele ha pensato fuorché a riposarsi. «Sto lavorando al campo di volo per sistemare il Caproni Ca.3, primo bombardiere strategico della storia. In occasione delle celebrazioni per il centenario dell’aeronautica militare andremo a Roma con quello, oltre che con lo Spad XIII. Pertanto, lo stiamo predisponendo per il volo. Poi è in programma un tour per tutte le Regioni» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino